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L'appunto

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Cannavaro d'Oro ma non per tutti

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Le indiscrezioni, soprattutto spagnole, rappresentano una certezza. Dietro lo scugnizzo napoletano, Buffon ed Henry. Cannavaro, quindi, può fare festa per essere riuscito in pochi mesi a passare dai fischi dei tifosi italiani a Coverciano alla vittoria del mondiale con la maglia azzurra, fino al successo nel prestigioso trofeo conquistato con la maglia della Juve cucita addosso. Anche se è bene ricordare che si tratta di un premio assegnato da una giuria composta da giornalisti e non da coloro che vanno in campo. Tant'è, ora si tesseranno le lodi di Cannavaro, capitano coraggioso di un'Italia capace di riscattare ai mondiali i disastri di Calciopoli tanto da far innervosire il grande cerimoniere Blatter fuggito al momento della consegna della coppa del mondo agli Azzurri. Però, le ombre restano lì, come quel video-choc in cui si fa una flebo prima della finale di coppa Uefa col Parma, come alcuni interventi pericolosi nei confronti di avversari poco protetti dalla classe arbitrale (l'ultimo in ordine di tempo il povero laziale Mudingayi che ci ha rimesso una tibia), come l'appartenenza alla Gea, la scuderia di procuratori che ha dominato il calcio-mercato fino a qualche tempo fa. Senza dimenticare l'amicizia con Moggi e il suo clan. Quindi, applausi a Cannavaro ma non da tutti. Quelli che amano un calcio diverso, senza Calciopoli, senza arbitri compiacenti, preferiscono aggrapparsi ad altri miti.

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