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Niente tv anche per colpa dei club

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Non è un dramma perché la competizione, malgrado i tentativi di modificarne la formula, non è mai entrata nel cuore degli appassionati italiani ma è comunque istruttivo spiegare come una trattativa, che sarebbe dovuta iniziare ad agosto, non è stata ancora conclusa. Ieri ci hanno fatto sapere che tra la Rai e la Lega sarebbe stato trovato un accordo ma che se ne parlerà per le partite di ritorno perché non c'erano i tempi tecnici necessari per mandare in onda gli incontri di ieri e di oggi. È fin troppo evidente che le responsabilità non sono tutte da una sola parte. La Rai ha un nuovo direttore per lo sport (auguri a Massimo de Luca) e forse il problema è stato sottovalutato ma se la Coppa Italia non ha mai avuto una dignità paragonabile a quella del campionato le colpe sono proprio dei club. I quali, da una parte bussano a quattrini pretendendo cifre importanti per i diritti televisivi, dall'altra usano la competizione per fare esperimenti o, come ha detto qualcuno, per far giocare il secondo portiere. Ogni tanto può succedere (è accaduto) che per una fortunata circostanza la Coppa offra qualche accoppiamento interessante ma nella media la qualità della maggior parte delle partite e l'attenzione sono molto modeste. Mentre scrivevo ho colto la notizia che la Reggina ed il Chievo, nel primo degli incontri in programma ieri, avevano concluso sullo 2 a 2. Sono andato sul televideo per vedere chi aveva realizzato le reti della Reggina ed ho saputo che i gol erano stati firmati dal danese Nielsen e da Di Dio, due giocatori che nelle prime dieci giornate di campionato avevano, in due, solo una sostituzione e nient'altro. La conferma, insomma, del ruolo sperimentale della competizione. Del resto il libro d'oro della Coppa Italia e soprattutto le differenze con quello del campionato dimostrano come la Coppa non sia lo specchio dei più tradizionali valori calcistici. La città di Roma, ad esempio, vanta cinque scudetti (3 la Roma, 2 la Lazio) ma ben 11 Coppe Italia (7 a 4 a favore dei giallorossi). Per contro la città di Milano, di fronte ai 25 scudetti (conto solo quelli del girone unico ma non l'ultimo assegnato all'Inter a tavolino dopo Calciopoli) ha vinto solo 9 Coppe, ovviamente perché i due club milanesi non hanno dato mai troppa importanza alla competizione di minor prestigio. Ugualmente la Juventus che, due di più o due di meno, ha vinto più scudetti di tutte le altre squadre, di Coppe ne ha conquistate solo 9 mentre la Fiorentina ha vinto due scudetti ma sei Coppe, il Parma nessun scudetto ma tre Coppe. Nello sport sono gli albi d'oro che danno la misura del prestigio e dell'importanza di una competizione e ci sarà pure una ragione se quello del Campionato di serie A e quello della Coppa Italia sono molto diversi. Prima ancora di piangere sulla mancata trasmissione televisiva delle partite di Coppa, il nostro calcio ed in particolare la Lega ed i nostri club si interroghino sulle ragioni per le quali una gara che in Inghilterra ha dignità pari a quella del campionato, da noi sia sempre rimasta una competizione minore.

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