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Soddisfatto il presidente biancoceleste Lotito «Non una vittoria completa, ma bene così»

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La Commissione di Arbitrato del Coni, intorno alle 22.40 della serata di ieri, ha tolto alla Lazio otto degli undici punti inflitti dalla Corte Federale nel secondo grado d'appello e cancellato le pene accessorie. Lazio che balza quindi a 7 punti in classifica nel campionato in corso, dove aggancia l'arrabbiatissimo Milan. Questo il primo commento di Lotito. «Non è una vittoria completa, anche perché ritengo che ancora non si sia fatta chiarezza totale sulla verità, ossia che noi non c'entriamo niente. Ma facendo parte di questo mondo, accetto di buon grado la sentenza dell'arbitrato...». L'avvocato Gentile, da sempre al fianco della società biancoceleste, fa trasparire tutta la sua soddisfazione: «Siamo contenti perché abbiamo fatto un ulteriore passo avanti rispetto ai precedenti processi. Questa sentenza del Coni è la dimostrazione evidente che la Lazio non aveva commesso illeciti». Ride il legale biancoceleste all'uscita del Foro Italico, dove praticamente esclude un eventuale ennesimo ricorso: «Aspettiamo le motivazioni che dovrebbero arrivare in mattinata ma non penso che tre punti in più o tre punti in meno possano spostare di molto la situazione». Il Tar è ormai solo un'ipotesi remota. «Non credo - continua Gentile - che ricorreremo al tribunale regionale a meno che le motivazioni non lo consentano». Un'estate calda, caldissima per una Lazio che dopo cinque mesi di processi, può pensare a fissare un altro obiettivo nell'attuale campionato. «Giustizia fatta, possiamo dire che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Adesso spero proprio di andare in vacanza». Ripercorrendo le tappe dello scandalo Calciopoli, ricordiamo che il procuratore federale Stefano Palazzi, a seguito del deferimento della società biancoceleste, aveva inizialmente chiesto la retrocessione della Lazio nel campionato cadetto, con la conseguente penalizzazione di 15 punti da scontare nell'attuale stagione. Sulla linea dell'accusa, la sentenza in primo grado emessa dal presidente della Commissione d'Appello Federale Cesare Ruperto il 14 luglio scorso, era stata durissima con il club di Claudio Lotito, confermando la pesantissima retrocessione nel campionato di Serie B con sette punti in meno alla partenza. I legali biancocelesti, appellatisi immediatamente al secondo grado d'appello, dopo un processo breve e frettoloso, erano riusciti ad evitare almeno la retrocessione, grazie alla derubricazione degli art. 1 nelle partite contro Bologna, Parma e Chievo e la conversione dell'art. 6 (in art. 1), nella partita Lazio-Brescia del 2 febbraio 2005. La sentenza del presidente della Corte Federale Piero Sandulli, emessa lo scorso 25 luglio, era stata dunque ben più lieve rispetto al primo grado di giudizio: il club laziale era stato punito con 30 punti in meno e la conseguente perdita dell'ingresso in Coppa Uefa nel campionato 2005-06, 11 punti da scontare nell'anno in corso, 2 turni di squalifica del campo dell'Olimpico per le partite casalinghe della squadra e un'ammenda pecuniaria pari a 100 mila euro. Qualche settimana più tardi, la Reggina (per la violazione di 7 articoli 1), aveva avuto dalla Corte Federale unicamente la penalizzazione di 15 punti in classifica, sentenza ritenuta non equilibrata rispetto all'unico illecito commesso dal presidente Lotito. Dunque l'appello alla Camera di Conciliazione e l'ultimo, definitivo rinvio all'Arbitrato del Coni di ieri sera con la definitiva riduzione di 8 punti, la cancellazione delle giornate di squalifica e della multa comminata.

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