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di TIZIANO CARMELLINI SE NON è un tonfo ci assomiglia molto: così non si va da nessuna parte.

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Due punti in tre partite contro Reggina, Chievo e Ascoli ridimensionano l'ambizioso progetto giallorosso di Spalletti che esce a testa bassa dopo l'ennesimo passo falso dei suoi e che probabilmente medita su un immente ritiro prolungato. Ma punti e risultato finale a parte, è proprio nell'espressione del gioco che la Roma ha mostrato un' incredibile involuzione, svelando tutti i suoi limiti e mostrando che con le due punte ancora non può giocare. A questo va aggiunto un rigore sbagliato da Totti (il secondo consecutivo in campionato) e le solite amnesie del reparto arretrato che avevano portato a una sconfiotta scongiurata nel finale dal gol di un difensore. Troppo pochi i cinque minuti finali giocati col coltello tra i denti per vincere una partita. Spalletti, nonostante i segnali arrivati contro il Chievo, continua con le due punte e la Roma che scende in campo contro l'Ascoli è parente stretta di quella che non era riuscita ad andar oltre il pari contro l'ex Del Neri tre giorni addietro. Non c'è Tonetto fermato da problemi muscolari (al suo posto Cassetti che sposta ovviamente Panucci sulla sinsitra) e rientra Mexes in difesa al posto di un Chivu poco convincente. Per il resto tutto invariato con Vucinic ancora in panchina in compagnia di Aquilani. Dall'altra parte Tesser parte con un centrocampo imbottito e non rinuncia, come sembrava alla viglia, all'ex Delvecchio: e fa bene. La Roma parte a testa bassa e la prima palla gol arriva sui piedi di Montella dopo nemmeno due minuti di gioco: ma l'aeroplanino non aggancia e sarà il primo segnale di una serata no. Quattro minuti dopo ci prova De Rossi dalla distanza bene servito, in appoggio da Pizarro: la botta del centrocampista sfila alla destra dell'ottimo Pagliuca. La Roma crea gioco, ma sbatte ripetutamente sul centrocampo ascolano messo su più per disfare che per crear qualcosa. Ma, come sempre più spesso accade alla Roma, proprio nel momento di maggior pressione offensiva, arriva l'amnesia difensiva. Palla nel mezzo dalla trequarti di Zanetti, Perrulli salta in area contrastato da Taddei e Ferrari che si ostacolano a vicenda e si dimenticano di Delvecchio a centro area. Inutile il tentativo di recupero di Mexes che non può impedire all'ex bomber giallorosso di chiudere a rete di testa. Fa uno a zero, Olimpico ammutolito e Delvecchio che giustamente non esulta per il suo settantesimo gol in A (60 in giallorosso), ma anzi si scusa con la Sud: spettacolo. La Roma accusa il colpo ma la pressione che esercita non sfocia nell'atteso pari, complice anche un signore di quarant'anni piazzato tra i pali dell'Ascoli. Pagliuca, classe '66, fa il fenomeno lì dietro e dice «no» a tutto e tutti. Grande risposta sulla punizione di Pizarro (36'), poi ennesima replica sulla botta ravvicinata di De Rossi, quindi altro miracolo sul colpo di testa finale di Montella. Alla lunga esce Totti, che fin qiu s'è visto ben poco: tacco smarcante per Taddei che sbaglia tutto nel mettere dentro la palla. Il capitano non molla e corre anche dietro a recuperar palloni. È un segnale e porta proprio la firma di Totti il risveglio giallorosso. Il capitano dopo quattro minuti di ripresa si procura una punizione dal limite e la realizza di potenza alla sua maniera. Tocco di Pizarro, Perrotta la ferma e Totti riapre la gara: fa 1-1, secondo gol stagionale in campionato del capitano e l' Olimpico ci crede. Esplode letteralmente lo stadio romano due minuti dopo quando Montella mette in rete di petto uno splendido traversone di Rosi: ma Rocchi annulla giustamente per fuorigioco. Spalletti cambia, dentro Vucinic per Montella e l'Ascoli perde Delvecchio: l'ex giallorosso si stira edesce tra gli applausi dell'Olimpico. Poi di nuovo quel copione infernale. Contropiede dell'Ascoli cross di Lukovic e Bjelanovic (entrato proprio per Delvecchio) è libero di saltare in area (altro sonno di Mexes): fa 2-1 e Roma

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