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Grandangolo

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Che ha sottratto all'organizzazione blucerchiata, entrata da tempo in una sfera di mesto grigiore, perfino l'apporto di Carrozzieri e Flachi, coinvolti dal calcio scommesse e, di certo, non rimpianti, solo una volta, quando i loro compagni sono riusciti a battere (3 a 2) il Parma, unica soddisfazione fin qui archiviata dal presidente Garrone, dimissionario in Lega e forse stanco di accumulare mortificazioni. Ma la Lazio non può badare ai guai degli altri dopo il black out di Lecce e quell'ossessionante meno uno che resiste come una pericolosa sindrome causa le occasioni buttate via negli ultimi due appuntamenti. Soprattutto le tre sberle del Catania bruciano ancora: quel flop ha coinvolto tutti, senza escludere l'allenatore Delio Rossi che, in genere, riceve prevalentemente elogi e sa mantenere elevata la tensione nel gruppo pure nei periodi più illusori. Possibile che l'assente Oddo, sostituito in qualche modo dal confermato Belleri, resti l'unico in grado di saltare l'uomo e di dare profondità alla manovra? Evaporate le confessioni e le promesse nel chiuso dello spogliatoio bisogna passare ai fatti per dimostrare che il gruppo vanta gli attributi necessari ad allontanare una disfatta irripetibile. Per tornare di slancio in superficie, prescindendo da cosa deciderà l'Arbitrato sul club di Lotito. Vi pare facile? Vi pare realizzabile l'immediato riscatto? A nostro avviso, i sette punti in classifica della Sampdoria non rendono giustizia al suo effettivo potenziale, comunque fra poco rattoppato per le assenze di Zenoni e Delvecchio. Sbaglierebbe chi controllando i numeri, decidesse in anticipo che la Lazio, rassicurata là in mezzo dal ritorno dell'accoppiata Ledesma-Mudingavy, sorprenderà abbastanza facilmente la penultima difesa del campionato, impallinata finora tredici volte. Non date retta alle favole e apprestatevi a immaginare il solito Peruzzi come riferimento nevralgico e decisivo per schivare una trappola, per anestetizzare il secondo attacco del campionato, con dodici gol (il doppio del Milan!) a dispetto del vuoto lasciato da Flachi. Avranno da sgobbare Stendardo e Siviglia opposti al tandem Bonazzoli-Quagliarella, senza dimenticare l'ex Bazzani pronto ad alzarsi dalla panchina qualora le circostanze ne suggeriscano l'innesto. Insomma, non siamo granché ottimisti nel toccare ferro e non ci dispiacerebbe perfino il pareggio, cioè quella divisione della posta che, vagheggiata in partenza, scandalizza spesso Delio Rossi, stasera costretto a fare di necessità virtù. La Lazio deve affrancarsi dallo smarrimento subentrato dopo il tonfo di domenica scorsa e chissà se Mauri-Manfredini e Belleri-Zauri rappresenteranno soluzioni indovinate dopo i continui e vani mutamenti registrati in Puglia sulle corsie esterne. A pensarci bene, Zauri è l'unico sempre presente, sempre capace di fornire un rendimento accettabile. La stessa cosa non si può dire per Pandev, sostituito sei volte su sette turni e impresentabile al punto da implorare l'affrettato rientro di Makinwa, per aiutare meglio Rocchi e dare consistenza alle finalizzazioni. Tuttavia il macedone viene ripresentato, causa mancanza di alternative (dove sta Simone Inzaghi?) e per illimitata fiducia nei suoi mezzi. Forza, non è mai troppo tardi.

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