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di RINO TOMMASI CENT'ANNI fa, il 25 ottobre 1906, nasceva a Sequals, un piccolo paese ...

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Sulla data esatta della sua nascita, denunciata dalla levatrice soltanto il 28 ottobre successivo, ci sono alcune incertezze perché in alcuni annuari (compreso il famoso record book di Nat Fleischer) la data è quella del 26 ottobre. Poco importa. Fedele al suo nome Carnera è stato il primo italiano capace di conquistare un titolo mondiale, tra l'altro quello più prestigioso dei pesi massimi. Vi è riuscito in un'epoca in cui c'erano soltanto otto categorie di peso ed otto campioni del mondo e vi è riuscito nel paese che nella boxe vanta le più grandi tradizioni ed il maggior numero di campioni. Nel 1920, quando aveva solo 14 anni, Carnera lasciò il suo paese per recarsi in Francia, a Le Mans, dove viveva una sua zia. Cominciò a lavorare in un circo, prima aiutando a montare il tendone, poi come protagonista in spettacoli nei quali le sue uniche qualità erano la forza e la mole (2,03 di altezza, 120 kg.). Fu notato da Paul Journée, un ex peso massimo, che lo segnalò al suo ex manager, tale Leon See convincendolo a venire a Le Mans dall'Inghilterra dove si trovava con un gruppo di pugili. A See piacque l'idea di trasformare quel giovanotto imponente in un pugile. L'attività dilettantistica fu molto breve anche per la necessità di ricavare dal pugilato i mezzi per vivere. Il 12 settembre 1928 Carnera ha sostenuto a Parigi, battendo per k.o. alla seconda ripresa Leon Sebillo, il suo primo incontro da professionista. Questo match, insieme a molti altri, viene segnalato nel libro di memorie di Leon See, come «combinato». Dopo una serie di facili incontri che lo hanno portato in giro per l'Europa (sostenne anche un match a Milano) nel gennaio del 1930 Carnera ed il suo manager si imbarcarono per gli Stati Uniti. In due anni Carnera disputò 35 incontri, perdendone solo due. Una breve parentesi europea (otto incontri all'inizio del 1932) poi il ritorno negli Stati Uniti e la scalata al titolo mondiale. Il 10 febbraio 1933 Carnera batteva per k.o. alla tredicesima ripresa Ernie Schaaf causandone la morte. In realtà sembra che Schaaf non si fosse ancora ripreso dopo un precedente incontro ma l'evento, per quanto tragico, consentì a Carnera di sfidare Jack Sharkey, il campione del mondo. Il 29 giugno 1933 sul ring di Long Island Carnera metteva k.o. Sharkey conquistando il titolo. A quei tempi non c'era la televisione e la documentazione, sia quella giornalistica che quella cinematografica, era modesta ma l'evento ebbe una grande risonanza in Italia. Inevitabile la strumentalizzazione politica in un'epoca in cui il Fascismo cercava consensi. Il rientro in Italia di Carnera campione del mondo fu celebrato con grande enfasi. Il 22 ottobre 1933 Carnera ebbe la possibilità di difendere il suo titolo affrontando a Piazza di Siena il basco Paulino Uczudun, contro il quale aveva già ottenuto una vittoria ai punti a Barcellona. I giornali scrissero che c'erano quasi centomila spettatori a vedere quel match, in realtà è difficile che fossero più di 30 o 35 mila. E' certo che l'incasso sia stato di un milione e 300 mila lire. L'America però reclamava il campione. Il 1° marzo 1934 Carnera difese una seconda volta il titolo battendo ai punti, a Miami, Tommy Loughran, un ex campione dei medio-massimi che vantava un successo su James Braddock, futuro campione dei massimi ed oggi più noto come Cinderella Man. Il 14 giugno 1934 però il regno di Carnera, che era durato 350 giorni, si concluse perché Max Baer, un pugile di grande personalità lo ha sconfitto per k.o. all'undicesima ripresa mettendolo al tappeto dieci volte. Questo incontro, pure se poco fortunato, consentì di scoprire qualità di carattere che non tutti conoscevano. Per andare al tappeto undici volte bisogna avere il coraggio di rialzarsi dieci volte e Carnera lo fece con coraggio e dignità, malgrado l'evidente superiorità del suo avversario. Successivamente ci fu da parte di Carnera e del suo manager (Louis Soresi aveva preso il p

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