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Intanto Spalletti abolisce il ritiro prima della gara di domani contro il Chievo di Delneri

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Uno slogan che non trova particolari consensi a Trigoria, soprattutto dopo la batosta rimediata in Supercoppa. Da quella gara in poi la Roma ha viaggiato alla media confortante di un gol subito ogni due partite. Per la precisione, la porta di Doni è stata violata solo cinque volte nei nove impegni ufficiali sin qui disputati tra campionato e Champions League. L'unico difetto: quasi sempre le reti incassate dalla Roma sono risultate decisive in negativo. È accaduto con Inter, Reggina e Valencia (2). A Siena, invece, il sigillo di Frick è stato ininfluente sul risultato. In campionato solo il Milan ha fatto meglio, subendo appena due gol, contro i tre dei giallorossi. Dietro alle «fredde» statistiche, si nasconde un lavoro iniziato la scorsa stagione e rifinito nel ritiro estivo. E l'exploit di alcuni protagonisti sul campo. Tanto per fare due nomi: Ferrari e De Rossi. La posizione di quest'ultimo è l'arma tattica in più: Spalletti lo sistema ormai costantemente davanti al quartetto arretrato, affidandoglio la marcatura sui palloni alti dell'attaccante centrale avversario. Insomma, De Rossi si comporta da vero e proprio difensore aggiunto, sfruttando una grande elevazione e il suo tempismo negli stacchi aerei. In Georgia se ne è accorto anche Donadoni, che in futuro lo sfrutterà spesso in quel ruolo per la Nazionale. Il rendimento di Ferrari, ormai, non è più una sopresa per nessuno. Non lo è mai stato per Spalletti, che lo ha riaccolto di buon grado a Trigoria. L'ex capitano del Parma è il centrale con più presenze: tra coppa e campionato ha giocato sette volte, contro le sei di Chivu e le quattro di Mexes. Complice l'infortunio che ha bloccato il francese e che domenica gli consentirà al massimo di accomodarsi in panchina. Contro il Chievo, quindi, toccherà ancora a Chivu e Ferrari. Finora il rendimento di quest'ultimo è di gran lunga il migliore tra quelli forniti dai centrali a disposizione del tecnico. Chivu ha dato segnali di «risveglio» a Valencia, Mexes dovrebbe riprendersi il suo posto mercoledì con l'Ascoli. Sulla carta i titolari restano loro, ma Spalletti non ha mai fatto figli e figliastri e proseguirà su questa strada. Nell'analisi del reparto difensivo non va dimenticato il contributo costante di Tonetto, che non ha fatto rimpiangere Cufrè e si è dimostrato più bravo dell'argentino nella fase offensiva. E in una squadra di giovani, l'esperienza portata da giocatori come l'ex doriano e Panucci non guasta. Lo stesso Doni, nelle poche volte in cui è chiamato in causa, ha salvato il possibile. In fondo, questo si chiede a un grande portiere. Parte dei meriti vanno riconosciuti anche a Daniele Baldini, non a caso un ex difensore. Oltre al ruolo di osservatore, a lui spetta l'addestramento tattico della difesa. «Non faccio altro che trasmettere ai giocatori i concetti di Spalletti. La solidità della nostra retroguardia - spiega Baldini - è frutto di un lavoro che abbiamo iniziato a Castelrotto e che, quando gli impegni ce lo permettono, portiamo avanti a Trigoria». Sul campo la Roma appare più equilibrata rispetto alla passata stagione. «È vero, abbiamo modificato qualcosa nella fase difensiva. Il merito va soprattutto ai giocatori che si rendono sempre disponibili. Poche squadre possono permettersi di avere tre centrali come Mexes, Chivu e Ferrari: sono tre titolari ed è sempre un bene avere alternative di livello». In infermeria c'è Martinez, ma a lui spetterà il compito di far rifiatare Panucci e Tonetto. «Lo abbiamo preso - spiega Baldini - per fare il terzino. Non dimentichiamoci di Defendi: è un giovane che può crescere molto. Ama giocare con il sinistro, deve migliorare nell'uso dell'altro piede e sul posizionamento tattico. Lavorare con tanti campioni lo aiuterà». Intanto, oggi Spalletti dovrebbe ufficializzare una decisione maturata (e annunciata) negli ultimi giorni: niente ritiro pre-partita per Roma-Chievo. I giocatori si alleneranno nel pomeriggio e poi potranno trascorrere la nottata a casa. Il tecnico toscano, tra i principali promotori della

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