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di FEDERICO LO GIUDICE UN DEBUTTANTE di 44 anni.

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Dopo aver vinto in tutte le categorie (una promozione in C2 con il Paternò, due in C1 con Paternò e Foggia), il tecnico marsalese è sbarcato in A con il Catania dopo l'ultima entusiasmante stagione alla guida della formazione etnea, riportata nel massimo campionato dopo 22 anni di assenza. «Ma stavolta gli obiettivi sono altri», avverte Marino. «Siamo una matricola e dobbiamo pensare a salvarci - ricorda il tecnico - senza farci illusioni. L'ambiente è molto carico e motivato, il ritorno nella massima serie è un grosso stimolo. Personalmente, non nego di provare una certa emozione. Per chi vive di calcio di calcio la A è il massimo». Marsalese, fautore del gioco d'attacco, Marino, ha sinora vissuto nella città etnea i momenti più belli della sua carriera da allenatore. «Anche in A - garantisce l'allenatore - non rinnegherò il mio credo. Lo scorsa anno, in B, abbiamo avviato un lavoro che ha dato i suoi frutti. Proseguiremo su quella strada», Domani, sul neutro di Lecce, la squadra rossazzurra affronterà una Lazio in serie positiva da quattro giornate nelle quali non ha subito gol. Il suo Catania, al contrario, è reduce da due ko consecutivi, Fiorentina e Inter, e dopo aver iniziato il torneo con la difesa imbattuta nei primi due turni ha incassato undici reti in quattro match. «La Lazio - dice Marino - è una squadra tosta. Rocchi è il pericolo numero uno, ma non c'è solo lui. I laziali hanno molti uomini in grado di mettere in difficoltà l'avversario e anche fuori casa hanno mostrato grande aggressività. Il fatto di giocare in campo neutro non ci favorisce, ma non è nostra abitudine, però, tirarci indietro. Sappiamo che per i nostri tifosi si tratta di una partita speciale, proveremo a non deluderli. Cercheremo di giocarcela alla pari, come piace a me, e soprattutto proveremo a conquistare i primi tre punti tra le mura amiche».

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