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di PAOLO DANI TBILISI — Dopo il successo con l'Ucraina, l'Italia fa bottino pieno in Georgia.

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Non solo per la vicinanza geografica dei Paesi ospitanti, Austria e Svizzera, ma perché ora Donadoni può guardare la classifica con un pizzico di serenità in più. Il ct ringrazia Spalletti e la Roma: decisivi i gol di De Rossi e Perrotta, con il primo autore di una prova sontuosa. A Donadoni non manca la fortuna, e questo è un bene. Lo capisci anche dai risultati delle altre gare: dopo il successo sulla Francia, la Scozia è improvvisamente tornata sulla terra arrendendosi all'Ucraina di Sheva. La passeggiata dei «Bleus» con Far Oer era pressoché scontata. Un po' meno il successo per 3-1 degli azzurri a Tbilisi, arrivato dopo una gara tutt'altro che semplice e sbloccatasi grazie ad un'espulsione del georgiano Kankava. Finalmente ci sono i punti, sette dopo quattro gare, il gioco ancora no anche se i progressi rispetto all'avvio della gestione Donadoni sono evidenti. Con i campioni del mondo in campo è tutta un'altra storia. Il ct lascia in tribuna Del Piero e promuove Di Natale, l'uomo della provvidenza contro l'Ucraina. Cambia anche il modulo: un 4-2-3-1, con l'inserimento di Nesta al fianco di Cannavaro, De Rossi davanti alla difesa, Pirlo qualche metro più avanti e Camoranesi, Perrotta e Di Natale a sostegno dell'unica punta Toni. La Georgia fa quasi tenerezza, regala palloni su palloni agli azzurri che stentano però a decollare. Tra i trequartisti Camoranesi e Perrotta non pungono. Il più pimpante è Di Natale, che conferma il suo stato di grazia. Al 16' De Rossi (quarto sigillo in maglia azzurra) sblocca la partita. O meglio, Lomaia si addormenta su un destro violento del romanista: il portiere georgiano è ingannato dal rimbalzo a pochi centimetri della linea di porta. L'illusione che la partita si trasformi subito in una passeggiata svanisce in fretta. Otto minuti dopo arriva la doccia gelata per gli azzurri: dormita della difesa al limite dell'area e Shashiasvili segna il gol della vita spedendo il pallone lì dove neanche Buffon può arrivare. Corre il minuto 35 quando Toni sfiora la rete del nuovo vantaggio con una splendida girata di destro. Sfortunato. Sciagurato, invece, quando pochi secondi dopo Di Natale lo mette a tu per tu con Lomaia: il bomber viola spreca con un'inguardabile esterno destro che termina a lato tra l'incredulità dei compagni e di un preoccupato Donadoni. Nell'ultimo giro d'orologio del primo tempo Buffon ringrazia il palo che lo salva su un siluro di Kizanishvili sul quale non sarebbe mai arrivato. Rischia tanto, troppo l'Italia di fronte ad un avversario modesto che gioca senza timori. La ripresa non regala sussulti fino al 15' quando l'arbitro inglese Riley spedisce Kankava sotto la doccia per doppia ammonizione. È la svolta. Neanche il tempo di risistemarsi in campo e la Georgia si ritrova sotto: cross dalla sinistra di Di Natale per Camoranesi che riscatta una prestazione grigia con un'«inzuccata» che vale l'1-2. Donadoni toglie dalla mischia il deludente Pirlo, inserisce Mauri e ridisegna l'Italia con il 4-4-2. Al 25' è ancora un romanista a mettere il timbro sull'incontro: Perrotta (secondo gol in nazionale) finalizza un'azione avviata da Zambrotta e rifinita da Camoranesi. Il pubblico di casa è indemoniato e quando entra in campo Materazzi inneggia al nome di «Zizou». L'interista ride sotto i baffi in panchina: la coppa del mondo l'ha portata a casa lui. Nel finale l'italo-argentino lascia il posto a Iaquinta ma la gara è già finita da un pezzo. Donadoni guarda già all'impegno decisivo con la Scozia del 28 marzo: il successo porterebbe il sorpasso e una ventata d'ottimismo. Con il ritorno in azzurro del «vero» Totti sarebbe tutto ancor più facile.

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