Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

TBILISI — Sta tornando l'Italia Mondiale, nel bene e nel male: e a quella non si può chiedere di fare anche «calcio champagne».

default_image

  • a
  • a
  • a

A deluderlo sembra esser stata la surreale querelle con il tifo dell'Olimpico, con gli azzurri spaccati tra chi ritiene che Roma sia stata appena tiepida e chi sottolinea che meglio di così cosa si pretendeva... Ma quando passa a parlare del rapporto risultati-spettacolo, il difensore azzurro a caccia di Pallone d'Oro inverte la rotta. E si ritrova lui a domandarsi se le pretese non siano eccessive. «Ci manca il gioco? Perché, cosa non è andato? - il suo scatto d'orgoglio sulla via per la Georgia - Neanche al Mondiale abbiamo mai giocato un calcio scoppiettante, però abbiamo vinto. Ed è andato bene. Non vorrei che ora che siamo campioni ci si fosse un po' tutti montati la testa, e si chiedesse bel gioco a tutti i costi. Noi il nostro gioco l'abbiamo fatto. Se riguardate l'Ucraina, ha tirato solo da fuori e non ci ha mai impensierito. E invece l'Italia al tiro arriva sempre: non siamo squadra di fantasisti come il Brasile, però il nostro gioco c'è. Ha ragione Donadoni, l'Italia vista sabato era simile a quella del Mondiale». Sul fronte formazione piccolo campanello d'allarme per Pirlo. Il centrocampista non si è unito al gruppo degli azzurri che si allenano allo stato della Lokomotiv, per una fastidiosa tracheite con raffreddore che lo debilita. Si tratta di una scelta precauzionale, come ha spiegato il medico azzurro, prof. Zeppilli. «Pirlo soffriva di una lieve tracheite già prima della partita di sabato. Al momento non c'è febbre».

Dai blog