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di TIZIANO CARMELLINI L'ITALIA si sblocca, ma che fatica all'Olimpico contro la modesta Ucraina.

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Due a zero grazie ai gol di Oddo (il primo in azzurro) e Toni, risultato che rafforza un Donadoni che fin qui non aveva mai vinto sulla panchina della nazionale e che era stato accolto dall'Olimpico con qualche «buuu» di troppo. Lo stadio romano si riscatterà poi, aiutando la squadra nei momenti critici ed esplodendo letteralmente al primo gol azzurro che cambierà la serata. L'Italia non gioca una gran partita, ma alla fine porta via tre punti che diventano fondamentali in questo girone B valido per le qualificazioni agli Europei che si terranno in Austria e Svizzera nel 2008. Un raggruppamento che ora ci vede terzi a pari merito con la Lituania a «soli» quattro punti e con Scozia (9) e Francia (6) già in fuga. Come ampiamente annunciato alla vigilia, Donadoni riparte dai campioni del mondo: o almeno da quelli che ha a disposizione tra infortuni e defezioni. È il 4-3-3, molto offensivo, più volte provato nei giorni scorsi a Coverciano ma che, a differenza di quello visto nell'ultima uscita azzurra a Napoli contro la Lituania, ha lì davanti un tridente composto da Del Piero, Toni e Iaquinta. Per il resto basta con gli esperimenti, perché il ct ha capito che è arrivato il momento di vincere. Dentro quindi tutti campioni del mondo, anche se ce n'è qualcuno di quelli che ha giocato meno: complice anche il «no» di Totti e l'infortunio di Grosso. Ma rispetto all'Italia che affondò l'Ucraina nei quarti di finale del Mondiale ad Amburgo, poco più di tre mesi fa, questa è tutta un'altra squadra, soprattutto dal punto di vista mentale, ed è riduttivo pensare che la differenza sia tutta in Totti che comunque lì davanti manca non poco. È un'Italia senza idee, che gioca in modo lento e scontato e che in avvio di gara è costretta a subire la maggior prestanza fisica degli ucraini che si fanno pericolosi in almeno un paio d'occasioni. Buffon è chiamato all'opera due volte nei primi sei minuti di gara e gli azzurri sembrano accusare il colpo. Poi, lentamente, la squadra allenata da Donadoni cresce, prede le misure del campo e inizia a giocare la sua partita. Sotto porta poco lucidi Toni e Iaquinta, fasce sgonfie con Oddo e Zambrotta in tono minore e anche nel mezzo sembra esserci una vera e propria voragine con un Pirlo impalpabile e un De Rossi troppo decentrato (Perrotta avrebbe fatto comodissimo in una partita di questo tipo) per fare l'argine che lo ha reso indispensabile nella Roma di Spalletti. Due sole vere palle gol per gli azzurri nella prima parte di gara. La prima alla mezz'ora, quando Oddo mette nel mezzo una gran palla dalla destra per il testone di Toni, che sbuca nella mischia e costringe l'estremo difensore ucraino al miracolo. Poi, sei minuti dopo, un sinistro d'istinto di Toni che sfila sopra alla traversa avversaria. Il resto è poco altro, qualche buona accelerazione alla quale però manca sempre il guizzo finale. Donadoni deve aver strigliato i suoi, perché l'Italia che rientra in campo dopo l'intervallo ha più voglia, e sembra più lucida: probabilmente anche perché calano gli avversari, che, comunque, continuano ad essere pericolosi in contropiede e sui calci piazzati. Non è un caso che, prima della svolta del rigore procurato da Toni e trasformato da Oddo, Buffon sia costretto a due veri e propri miracoli su Tymoshuk prima e Kalinichenko poi. Quindi l'episodio che cambia la gara, assieme all'ingresso di Di Natale per Del Piero, che da più movimento alla fascia sinistra dell'Italia. È il 24' della ripresa, ancora un'altra gran palla nel mezzo di Oddo, Toni sul pallone, ma Rusol lo trattiene nettamente in area: per il greco Vassaras (che poco prima aveva graziato l'Italia per un fallo di Cannavaro su Voronin molto sospetto) non ha dubbi. È rigore. Sul dischetto, stranamente, va Oddo: fa 1-0 e primo gol in azzurro dell'esterno laziale. L'Ucraina prova a reagire, ma l'Italia ormai ha cambiato marcia e arriva il raddoppio. Stavolta è il nuovo entrato Di Natale

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