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Dopo la sconfitta in Champions i nerazzurri steccano anche in campionato

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È quanto dovrebbe fare l'Inter, reduce da una pessima trasferta di Champions a Lisbona, e opposta a San Siro alla Sampdoria. Ma non lo fa. Per i padroni di casa cinque undicesimi diversi rispetto a mercoledì (Julio Cesar, Materazzi, Zanetti, Mariano González e Crespo invece di Toldo, Samuel, Grosso, Figo e Adriano). La Samp in emergenza in difesa, ha comunque un'anima offensiva, con Olivera che è più di un laterale di centrocampo, in aggiunta alle punte Flachi e Bonazzoli. L'Inter parte con l'idea di pungere. Al 6' Palombo, difensore centrale improvvisato (sarà tra i migliori), fa una meraviglia per stoppare a centro area un suggerimento intelligente di Ibrahimovic per Stankovic. La Samp non guarda, e a sua volta si fa vedere intorno all'8' con Bonazzoli di testa (debole) e Flachi da lontano (forte, ma sulla faccia di Materazzi). Al 22' i nerazzurri sbattono fragorosamente su Castellazzi, che si supera su Ibra e soprattutto, dopo la prima respinta, sull'accorrente Dacourt, che tira a colpo sicuro da due passi ma trova un gatto vestito da portiere sampdoriano. Parola si fa male allo zigomo ed esce, dentro Franceschini che va in fascia, con Bonanni che si sposta a fare il centrale di centrocampo. La partita è bruttarella. Al 39' Mariano fa spiovere in area un buon pallone sulla testa di Ibra, lo svedese fa la torre per Crespo, il buon tocco dell'argentino da un passo incoccia ancora sul magico Castellazzi. Poco dopo ancora Zlatan, sull'out di destra, fa una magia che non si può spiegare, solo guardare; ma che porta a un nulla di fatto (come l'80% delle sue azioni, del resto). Al 44' Flachi in corsa crossa dalla linea di fondo, ma sullo slancio si schianta pesantemente su un tabellone pubblicitario, dolorosissima capocciata su un teleobiettivo, e fotografo abbattuto. L'alluvione faceva meno danni. Al 46', con Flachi ancora fuori, bella triangolazione volante Bonanni-Bonazzoli-Bonanni, tocco smarcante per Olivera che tira bene di destro, ma di poco alto. Si va al riposo. Al rientro, dopo 2' Cordoba spinge in area Flachi lanciato in contropiede, e Tagliavento assegna un rigore che lo stesso Flachi spara centralmente in gol: 0-1, bella frittatina per Mancini che - come da venticinquennale consuetudine - protesta con l'arbitro. L'Inter si riversa nella metà campo avversaria. Al 9' cross da sinistra di Mariano, Ibra stacca bene e cerca il palo lontano, fuori di niente. Lo svedese c'è, è vivace, lotta, tira. Novellino sente aria di impresa, e si copre: Pieri per Olivera; Mancini risponde con Figo al posto di Mariano González. Al 19' è Figo a sfiorare il palo di testa (cross di Stankovic). Al 26' lo stesso Figo cerca spazio per il tiro dal limite, non lo trova e allora apre a sinistra per Ibra, che subito crossa. Crespo non ci arriva con la testa, Vieira, alle sue spalle, col destro al volo sì, e infatti insacca. Ma il gol è annullato per fuorigioco del francese, che forse c'è, forse non c'è. Al 31' Mancio butta dentro Adriano (fuori Stankovic), largo a destra, simmetrico a Ibra, con Crespo punta centrale: 1' dopo, corner nerazzurro da sinistra, Figo la mette sulla testa di Bonanni che auto-segna mentre Castellazzi, non più magico, usciva a vanvera come un polletto. Tanti campioni, tanto charme, ma poi in campo tanta sofferenza e se non arriva l'autogol a cavare il ragno dal buco a 10' dalla fine, chissà: insomma, la serata negativa per l'Inter resta, indipendentemente dal risultato. Sia come sia, i padroni di casa si sbloccano e iniziano a tambureggiare. Adriano segna al 37', ma staccando commette fallo su Palombo, gol annullato, e sono due. I successivi attacchi nerazzurri sono confusi più che altro. L'1-1 si cristallizza; che risponde la Roma oggi?

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