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Un clamoroso dietrofront

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Il sudcoreano rinuncia per motivi religiosi

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«L'accordo - spiega il ds Pradè - era stato perfezionato in tutti i suoi dettagli, sia con il calciatore che col Tottenham. Avevamo fissato anche l'orario delle visite mediche ma Lee ha deciso di non voler più venire a Roma per ragioni di natura religiosa. A questo punto, pur con grande sorpresa, la società ha preso atto e rispettato la decisione del calciatore». Era tutto fatto insomma. Tre milioni e mezzo agli inglesi e contratto pluriennale al terzino. Poi, dopo una notte di preghiere, Lee ha avuto un'ispirazione divina. «Il Signore mi ha sconsigliato di venire alla Roma» ha raccontato ai suoi cari e al suo procuratore Ching Sung Won che aveva già in mano i biglietti per la capitale. Dopo essere stato buddista, quattro anni fa, prima dei Mondiali 2002, Lee si è convertito al cristianesimo spiegando che «Dio esiste e la mia vita è radicalmente cambiata». In una gara contro la Corea del Nord esibì in segno di pace una maglietta che indossava sotto alla divisa da gioco con la scritta «Gesù ama la Corea del Nord». Ora il clamoroso rifiuto alla città eterna. E tra i tifosi giallorossi si è già scatenato il tormentone: «E adesso chi pyamo?... » Ale. Aus.

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