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dall'inviato TIZIANO CARMELLINI MILANO — Non c'erano coppe nelle valigie che la Roma ha riportato dall'ennesima ...

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C'erano invece molti dubbi, qualche conferma, ma anche diverse cose da conservare e dalle quali ripartire dopo questo avvio a dir poco scioccante. Spalletti non ha preso per nulla bene la sconfitta, non tanto per la coppa sfumata, quanto per come la Roma non sia riuscita a chiudere una partita già vinta. Il tecnico giallorosso salva comunque la sua Roma, un po' meno la società che ancora non lo ha accontentato sulla questione punta (nonostante la retromarcia di facciata sul caso-Mido). Per non parlare della faccenda legata all'utilizzo di Pizarro sfumata per un timbro... roba da non credere (oggi la Lega dovrebbe dare l'ok definitvo al transfert del cileno che sarà utilizzabile da subito). Il toscano s'è trattenuto a fine gara, chiudendo il discorso seccamente prima di salire sul charter che ha riportato i giallorossi nella capitale. ma il bilancio della prima uscita uficiale della Roma è presto fatto. DA SALVARE Il gioco. Quello la Roma di Spalletti, la stessa che ha chiuso la scorsa stagione, non sembra averlo dimenticato: anzi. L'Inter è rimasta a bocca aperta per la prima parte di gara giocata dalla Roma, tutto di prima intenzione, senza mai sbagliare un tocco con movimenti assimilati a memoria. Uno spettacolo vero, con Totti tornato ad essere quello di un tempo, dopo un avvio di gara in salita. Il nuovo assetto, pensato per l'inserimento di Pizarro, crea movimento e consente alla Roma, una squadra che gioca alla grande con palla al piede, di arrivare molto facilmente dalle parti del portiere avvesario. Il 4-1-4-1 visto contro l'Inter , con Totti unica punta e Pizarro davanti alla difesa, cambia il modulo della Roma ma non gli automatismi. Il vero problema, se si può considerare tale è che l'inserimento di Pizarro toglie il posto a quello che amomento è il romanista più in forma: Aquilani. DA RIVEDERE Una delle cose sulle quali Spalletti dovrà lavorare è l'atteggiamento mentale dei giallorossi. Perchè non è possibile non riuscire a chiudere una partita praticamente già vinta e perdere le redini del gioco come fatto vedere l'altra sera a Milano. Ma la cosa che più preoccupa il tecnico toscano è rimettere in piedi una squarda che la sconfitta l'ha subita e portata via soprattutto con la testa. Non sarà facile ripartire dopo una delusione così cocente. Poi c'è da fare qualcosa per la condizione atletica. La Roma ha dimostrato di non avere ancora i novanta minuti sulle gambe e vista la panchina a disposizione, è una cosa che non si può permettere. Non basta giocare alla grande un tempo, se poi non si hanno le energie per arrivare in fondo alla gara. Sulla preparazione di molti uomini chiave hanno inciso in maniera negativa infortuni, ma soprattutto il Mondiale che ha messo nelle mani di Spalletti la Roma solo poche settimane fa. Totti ha fatto vedere grandi cose nella prima parte di gara, ma poi è inevitabilmente calato mostrando una condizione non ancora accettabile per un fenomeno del suo calibro. Totti ha giocato quasi un tempo da fenomeno, ma i novanta minuti sono davvero ancora troppi per lui. Poi c'è un problema che la Roma continua a sottovalutare: il portiere. Doni continua a non convincere e soprattutto a non trasmettere sicurezza ai compagni. Forse ormai è troppo tardi per correre ai ripari, ma piuttosto che investire nell'ennesimo esterno, la Roma farebbe bene a pensare anche a dar più sicurezza lì dietro. DA BUTTARE Tra le cose da cancellare di questo primo scorcio ufficiale, c'è sicuramente roba tipo quella fatta vedere da Chivu. Il gesto, ingenuo quanto irritante, che ha costretto la Roma in dieci per la parte finale della gara, non è andato proprio giù al tecnico toscano che lo ha detto apertamente nell'immediato dopo gara. Prima però, Spalletti aveva avuto un duro faccia a faccia con il giocatore che verrà multato dalla società e che subito dopo la legnata di san Siro ha raggiunto la nazionale. Dulcis in fundo, la questione panchina. Quando

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