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Al meeting di Rieti migliore prestazione italiana nei 400 per l'azzurro

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Anche la Reina firma il primato nazionale. Howe salta a 7 centimetri dal sogno

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Questo è il bilancio della 36esima edizione del Meeting di Rieti che ha regalato, ieri pomeriggio, una serie infinita di emozioni trasmesse in tutto il mondo. Tutti attendevano il beniamino di casa, l'aviere Andrew Howe che nel salto in lungo è atterrato ad 8,36 sua seconda misura dopo quell'8,41 del Golden Gala. «Ci ho provato in tutti i modi — dice l'allievo di mamma Renée — il primo tentativo era lungo ma purtroppo ho fatto un nullo. Poi 7,89 con l'algerino Nima a 8,09. Lo avevo sempre battuto, non era possibile perdere proprio a Rieti, davanti al mio pubblico. E così ho sparato il tutto per tutto ottenendo al terzo salto la migliore misura. Ho qualche problema fisico, inutile nasconderlo ma ormai devo concludere la stagione. Forse una gara di 100 metri a Rovereto ma soprattutto l'attacco al record italiano rinviato a metà settembre in occasione della Coppa del mondo ad Atene». Dopo 25 anni cade il record italiano dei 400 metri di Mauro Zuliani (45.26 a Roma nel 1981) ad opera di Andrea Barberi. 45.19 il suo crono, roba da brividi seguendo la scia di Gary Kikaya (44.46), Brandon Simpson (44.64) e Alleyne Francique (44.64). Crolla anche il primato italiano dei 400 metri femminili. Daniela Reina aveva colpito fino ad ora per la sua progressione che l'aveva portata alla semifinale europea ma nessuno si aspettava il record di 51.18 (precedente Virna De Angeli 51.31 a Bari il 17 giugno 1997) nella gara vinta con il nuovo primato bulgaro dalla campionessa europea dei 400 Vanya Stambolova (49.53) che ha bruciato la giamaicana Novlene Williams (49.64), anche lei al nuovo primato personale. Gli 800 femminili hanno scritto un'altra pagina storica dell'atletica azzurra con Elisa Cusma brava a frantumare la vetta dei due minuti: 1:58.90, seconda prestazione italiana di sempre. «Non mi sembra vero — dice la portacolori dell'Esercito — non ho guardato il passaggio ai 400. Ho solo spinto fino alla fine». L'aria di Rieti risveglia pure Andrea Longo autore di un probante 1:44.86, sua migliore prestazione stagionale dell'anno, buona per il terzo posto di un magico 800 vinto dal canadese Gary Reed (1:43.93) davanti al francese Florent Lacasse (1:44.75). Incoraggiante la prova dell'altro azzurro in gara, Maurizio Bobbato che ha sfiorato di due centesimi il suo primato siglando un pregevole 1:46.17. Gli atleti di caratura internazionale, nonostante una stagione che ormai sta volgendo al termine, hanno dato spettacolo ritoccando due primati mondiali stagionali con il keniano Isaac Songok che nei 3000 ha fermato il cronometro a 7:28.77 e il sudafricano Mbulaeni Mulaudzi che nella prima serie degli 800 è sceso a 1:43.09 e un primato europeo stagionale sempre nei 3000 metri siglato con 7:38.26 dallo spagnolo Jesus Espana. Ben cinque i record della manifestazione migliorati a partire dall'1:57.07 siglato dalla keniana Janet Jepkosgei negli 800 metri, per passare all'atleta del Burundi, Maryam Jamal nei 1500 metri con il tempo di 3:56.18 e ancora il triplo femminile con la misura di 14,74 ottenuta dalla russa Anna Pyatykh, il peso lanciato a 19,83 dalla bielorussa Natalya Khoroneko e il disco scagliato a 65,38 dalla tedesca Franka Dietzsch. Con una falsa partenza aveva creato un clima di tensione ma il portoghese di adozione Francis Obikwelu, reduce dal doppio oro europeo nei 100 e 200, ha confermato il suo grande stato di forma vincendo i 200 (20.20) nonostante un cedimento negli ultimi metri mentre dalla fatica dei 3000 siepi femminili è emersa la capolista mondiale Violetta Janowska (9.22.48). Infine l'asta con la vittoria di Bard Walzer salito a 5,87 nella gara in cui Giuseppe Gibilisco si è ancora arenato a 5,55.

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