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di FABRIZIO MARCHETTI L'INSIDIA si annida sullo Stretto.

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La Lazio però non vuole farsi intimidire dal nostalgico amarcord. Rossi ha catechizzato la squadra: l'obiettivo è andare avanti in Coppa Italia, superare anche il terzo turno per poi andarsela a giocare con le big ancora in attesa di avversario. Venerdì pomeriggio il tecnico ha tenuto a rapporto la squadra per 40 minuti, per capire, analizzare e spiegare gli errori commessi a Monza: l'imperativo è velocizzare la manovra, avere un'idea precisa di come mettere in difficoltà l'avversario senza speculare sull'atteggiamento degli altri. Stasera però (con inizio alle 20.30) ci sarà da soffrire. Anche perché il quadro clinico non è confortante: sono rimasti a casa Peruzzi, Inzaghi, Bonetto (per influenza), Firmani, Sereni, Makinwa, Arenas, Gimelli, e Baronio. Behrami è ai box, Mauri è acciaccato e rischia di dover lasciare spazio a Manfredini, Siviglia è fuori per squalifica. Nuova emergenza sulle corsie esterne, con Belleri provato nuovamente come cursore avanzato davanti a Oddo, confermato in attesa di capire cosa sarà del suo futuro. Alla fine Rossi potrebbe optare per Mutarelli esterno con Mudingayi centrale, un esperimento risolutivo soprattutto in ottica campionato. Lo deciderà solo all'ultimo e il discorso vale in fotocopia per il dubbio Manfredini-Mauri, questo dettato però da questioni fisiche. Il romagnolo riflette perché cerca di trovare la quadratura del cerchio lì in mezzo: senza Liverani e Dabo sta inseguendo un equilibrio che consenta alla squadra di muoversi con la stessa efficacia della scorsa stagione. Quindi vorrebbe far imparare a memoria i meccanismi al nuovo tandem, Ledesma-Mutarelli. Il mercato gli suggerisce di attendere qualche giorno per capire se arriverà un rinforzo da dirottare sulla fascia per confermarli in coppia al centro ma Mudingayi è pronto, sta bene e scalpita. Rossi lo «vede», potrebbe lanciarlo titolare e confezionare il nuovo quartetto proprio con Mutarelli vice-Behrami. Il congolese sorride, si è buttato alle spalle il terribile infortunio alla tibia rimediato ad aprile contro la Juve. «Ho una voglia enorme di tornare in campo. Ho ricevuto un affetto incredibile, voglio ricominciare; non mi sento la riserva di nessuno ma nemmeno un titolare, quando sarò chiamato darò il 100%. Cannavaro? L'ho risentito, è stato carino. Ora mettiamoci una pietra sopra». Lotito si aspetta la qualificazione e attende lo sconto da parte dell'Arbitrato del Coni. «C'è una sperequazione palese tra noi e la Reggina - ha dichiarato a Radio Radio - a rigor di logica, se loro hanno violato l'articolo 1 (quello sull'illecito sportivo) 11 volte e la Lazio 4, non è possibile penalizzarci con 30 punti per lo scorso campionato e 11 per il prossimo e togliere a loro solo 15 punti». Lotito, inibito dalla Corte Federale per 2 anni e 6 mesi, difende il proprio operato e quello dei biancocelesti: «Mi è stato riconosciuto che non ho mai chiamato arbitri e designatori ma, come mi veniva chiesto da più parti, mi sono soltanto rivolto alle sedi istituzionali competenti per avere ragione dei torti che subivamo. Spero sia passato il furore iniziale e si ritrovi la serenità. Non vorrei che alla fine, come nella rivoluzione francese, pagassero anche gli innocenti». Sul mercato: «Non svendiamo Oddo. Lo daremo via a un valore di mercato giusto, equo, non eccessivo. Comunque nessuno ha mai telefonato per lui. Ero disponibile ad una trattativa per un'eventuale proposta, come promesso al giocatore È il miglior esterno destro che c'è ora in campionato, quindi dobbiamo avere un ritorno tecnico all'altezza». Il mercato impazza ma il presente dice Messina. E la Lazio non vuole sbagliare.

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