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di RINO TOMMASI L'OPEN degli Stati Uniti, che inizia lunedì sui campi in cemento ...

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E' infatti l'ultima delle quattro prove del Grande Slam. Inoltre si gioca, come del resto l'Open d'Australia, su una superficie che è una via di mezzo tra la terra rossa del Roland Garros, che favorisce i regolaristi, e l'erba di Wimbledon, che privilegia gli attaccanti. Sta di fatto che all'appello hanno risposto proprio tutti, ad eccezione di coloro che sono stati bloccati da un infortunio. Ecco dunque che nell'elenco dei partecipanti ci sono ben 32 delle prime 33 giocatrici del mondo e 32 dei primi 36 giocatori. Gli assenti sono talmente pochi che si fa presto a citarli. Manca, come si sapeva da qualche giorno, la belga Kim Clijsters, che è la detentrice del titolo, che si è infortunata ad un polso, un problema che ci riguarda da vicino perché la Clijsters, a quanto ci dicono, non potrà nemmeno prender parte alla finale della Federation Cup che il 16 e 17 settembre vedrà di fronte a Charleroy il Belgio e l'Italia. Ci sarà tempo per parlare di questo, ma non c'è dubbio che si tratta per il nostro tennis di una circostanza particolarmente fortunata, anche se è discutibile che il campionato del mondo a squadre di una disciplina così diffusa come il tennis si debba giocare con una formula così ristretta. Il discorso riguarda anche la Davis che infatti ha visto quest'anno la Croazia, detentrice del titolo, perdere perché il suo secondo giocatore, Mario Ancic, era indisponibile. I dirigenti del tennis non si rendono conto di questa anomalia ma pare che non ci sia alcuna intenzione di cambiare le regole. Poiché non le abbiamo fatte noi sarà importante sfruttarle e cogliere un'opportunità storica e probabilmente irripetibile. Tornando all'Open degli Stati Uniti, le assenze nel singolare maschile sono più numerose (quattro) ma meno importanti di quella della Clijsters, che sarebbe stata una delle favorite. Tra gli uomini mancano invece il ceko Radek Stepanek (n.9), il croato Ancic (12), il tedesco Kiefer (20) ed il russo Andreev (29) ed onestamente nessuno di questi giocatori avrebbe avuto probabilità di successo a New York. Il recente torneo di Cincinnati, che ha visto la resurrezione di un ex numero uno, l'americano Andy Roddick, ma soprattutto la quasi contemporanea sconfitta dei due dominatori della stagione, lo svizzero Roger Federer e lo spagnolo Rafael Nadal, impone di rivedere, se non proprio di correggere, quello che sarebbe stato un pronostico obbligato e cioè di indicare i due primi giocatori del mondo come i probabili finalisti. Peraltro è opportuno ricordare che proprio questi campioni hanno vinto le ultime sei prove del Grande Slam senza considerare 13 degli ultimi 16 tornei del circuito Masters Series. Comunque non v'è dubbio che la vittoria di Cincinnati impone di prendere in esame la candidatura di Roddick, anche se il giovane americano ha avuto soltanto la nona testa di serie per il prossimo torneo, per due buoni motivi. Perché Roddick nel 2003 ha già vinto a Flushing Medaows e perché Nadal, malgrado abbia impressionato tutti per i progressi compiuti sulle superifici veloci (ha battuto Federer sul cemento a Dubai ed ha giocato molto bene a Wimbledon) non ha mai fatto molta strada a New York dove nelle ultime tre partecipazioni ha perduto due volte al secondo turno ed una volta al terzo. Sarà interessante osservare e verificare i progressi compiuti da qualche altro protagonista interessante. Cito il francese Gasquet, il ceko Berdych, il serbo Djokovic e lo scozzese Murray (classe 1987) ai quali manca ancora la continuità ma che nella giornata giusta possono, come hanno recentemente dimostrato, battere chiunque. Nel singolare femminile, assente come ho detto la Clijsters, il pronostico se lo dividono la Mauresmo (vincitrice in Australia ed a Wimbledon), la Henin che ha vinto al Rolands Garros ma è andata in finale negli altri due torneo dello Slam e naturalmente la Sharapova, che sarà anche antipatica ma che ha qualità atletiche (oltre che estetiche) da meritare attenzione. Sarà anche interessante verificare quello che rimane d

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