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di RINO TOMMASI ROGER Federer sembrava imbattibile o comunque che potesse perdere solo contro Rafael Nadal.

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Senza togliere nulla al valore di questo Murray, che aveva appena battuto per la seconda volta in due settimane l'ex numero uno inglese Tim Henman, bisogna dire che la partita l'ha perduta Federer più di quanto l'abbia vinta il suo avversario. Valga per tutte questa considerazione: nell'ultimo torneo di Wimbledon in sette partite Federer aveva ceduto complessivamente quattro volte il proprio servizio, l'altra sera lo ha perduto per ben sette volte. Si è saputo (l'italiano Vittorio Selmi, che lavora per l'ATP, è uno dei suoi migliori amici), che il campione svizzero non aveva alcuna voglia di giocare a Cincinnati. L'anno scorso aveva vinto quel torneo ma si era risparmiato l'Open del Canada che una programmazione piuttosto infelice colloca proprio nella settimana precedente quest'anno è stato incerto fino all'ultimo momento se confermare o meno la sua partecipazione. L'anno scorso Federer aveva perduto in tutta la stagione quattro partite, quest'anno ne ha già perdute cinque ma quattro contro Nadal. Questo non vuol dire che Federer sia in crisi, è possibile che abbia perso un po' di entusiasmo che però ritroverà all'Open degli Stati Uniti che inizia il 28 agosto. C'è comunque il problema, che non riguarda solo Federer, della programmazione. Due Masters Series uno dopo l'altro non vanno bene soprattutto se come nel caso di Roma e Amburgo oppure dell'Open del Canada e di Cincinnati hanno tabelloni di 64 giocatori compressi in una sola settimana. Questo vuol dire che chi non gioca il primo giorno, se continua a vincere non ha più un giorno di intervallo, come invece si verifica nei tornei del Grande Slam oppure nei due Masters Series di inizio stagione (Indian Wells e Miami). L'impressione è che l'organizzazione del tennis, in particolare i due organismi che dovrebbero controllare l'attività professionistica (ATP per gli uomini, WTA per le donne) non siano adeguati alle nuove esigenze di questo sport. Valga l'esempio della proposta di cui si parla in questi giorni e che consentirebbe alle giocatrici di essere assistite dall'allenatore durante la partita. Il tennis è uno sport individuale nel quale il giocatore deve sapersi gestire da solo. È ridicolo fare l'esempio della Coppa Davis o della Fed Cup perché le gare a squadre rappresentano una percentuale minima nell'attività dei tennisti di vertice. L'impressione è che si voglia cercare di dare visibilità e guadagni superiori agli ex giocatori e giocatrici che si sono riciclati nel nuovo ruolo e che hanno voce in capitolo in molte decisioni delle due organizzazioni che ho appena ricordato. Per quanto riguarda il torneo di Cincinnati , è interessante ricordare come dall'inizio dell'anno scorso tutti e 15 i tornei Masters Series sono stati vinti da Federer (7) o da Nadal (6) ad eccezione dei due (Parigi Bercy l'anno scorso ed Amburgo quest'anno) ai quali i due campioni non hanno entrambi partecipato.

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