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Nessuna medaglia per l'Italia nella quarta giornata degli Europei a Goteborg

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Fuori nella gara di salto con l'asta disturbata dalla pioggia l'azzurro è riammeso alla finale dopo il ricorso della Fidal

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Torna il sorriso a Casa Italia dopo un momento difficile del campione iridiato di Parigi 2003 che aveva sconfitto se stesso riuscendo a valicare solo 5.45 in qualificazione. Davanti a lui i 14 atleti tra i 5.55 e i 5.60 segnalavano la pochezza di una misura che avrebbe significato l'eliminazione. Ma il nubifragio ha portato anche la buona novella perché l'interruzione della gara ha condizionato la classifica che vedeva promosso il bulgaro Efremov per non aver potuto effettuare l'ultimo tentativo a disposizione a 5,60 (aveva passato 5,55, dopo aver valicato 5,45). In caso di errore, la posizione in classifica del bulgaro sarebbe risultata di pari merito con l'azzurro (per entrambi, 5,45 al secondo tentativo, e nessuna altra misura precedente) e così è stata accolta la richiesta verbale della delegazione italiana. La morale è che Gibilisco sarà domenica in pedana. Dopo la gara, comunque non aveva nascosto la sua delusione per una prestazione certamente opaca: «Non ho trovato giusta ritmica e la rilassatezza per fare il salto - ha detto l'azzurro - sono andato solo di forza, ma in realtà non so cosa è successo, sto bene, salto bene in allenamento. Forse non avevo la cattiveria giusta, mi mancavano punti di riferimento, eppure le motivazioni ci sono, forse dipende dalla poca fortuna che ha causato i troppi infortuni». Non è soddisfatto anche Gianni Carabelli: il suo sesto posto nella finale dei 400 ostacoli vinti dal greco Iakovakis in 48.86 gli sta stretto. L'ostacolista ha retto fino al rettilineo finale, poi ha ceduto chiudendo in 49.60. Nella prova della 50 km di marcia Alex Schwazer ha lottato da protagonista fino a metà gara ricordando di avere al collo il bronzo iridato di Helsinki 2005. Ma quest'anno l'azzurro non ha mai visto la luce, una serie di alti e bassi hanno condizionato la sua preparazione e le incognite della vigilia sono venute fuori al 33esimo Km quando ha deciso il ritiro. Eppure carabiniere altoatesino, aveva seguito il ritmo del norvegese Nymark e fino al 23esimo km era virtualmente sul podio con lo scandinavo e il russo Stepanchuk, vittima dopo poco del cartellino rosso. Sotto il diluvio è arrivata, a sorpresa, l'affermazione del francese Diniz che ha conquistato un insperato oro in 3h41:39 davanti spagnolo Garcia (3h42:48) ed al russo Andronov (3h43:26). Da segnalare la buona prova dell'azzurro Marco De Luca, autore di una gara regolare nonostante si sia trovato spesso da solo. Per il marciatore delle Fiamme Gialle il nuovo primato personale ed un settimo posto in 3h48:08 che la dice lunga sul suo talento cristallino. Diego Cafagna ha chiuso in 11esima piazza siglando il crono di 3h55:22. Da segnalare infine la grossa delusione nel triplo per l'eliminazione di Donato che si è fermato a 16,66. «Non capisco cosa mi sia successo - ha detto in finanziere - è la peggiore gara della mia stagione. Stavo bene e mi dispiace molto». Fuori anche l'altro azzurro Schembri che non è andato oltre la misura di 16,24. Ma lui era un esordiente. Lo show finale porta la firma del portoghse Obikwelu che dopo aver vinto mercoledì la finale dei 100 metri, ieri si è imposto con facilità impressionante anche in quella dei 200: sua la medaglia d'oro. È l'uomo nuovo della velocità.

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