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di ALESSIO MORIGGI ALL'ALFRED Hajos di Budapest l'Italia non perde la scia aurea di Re Magno e guarda tutti dall'alto.

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E poi c'è il bronzo storico di Dell'Uomo e Benedetti nel sincro dalla piattaforma, una medaglia mai vinta prima d'ora. In tutto fanno tre «meringhe», così hanno ribattezzato le atipiche medaglie realizzate in ceramica, e sono ben 18 in questo Campionato Europeo (5 ori, 4 argenti e 9 bronzi). I primi a farci esultare sono gli acrobati della piattaforma, con la coppia formata da Michele Benedetti e Francesco Dell'Uomo chiamata a disputare una finale sulla carta proibitiva. Dobroskok-Galperin per la Russia e Klein-Meyer per la Germania sembrano fare una gara a parte, con i nostri a battagliare con Ucraina e Gran Bretagna per il podio. I primi tuffi sono puliti e ben pagati ma la svolta sta nella quarta e nella quinta esecuzione, entrambe oltre gli 80 punti. I nostri ragazzi staccano l'Ucraina, campione d'Europa e vice campione del mondo, e vanno a giocarsi tutto all'ultimo tuffo, con il triplo e mezzo rovesciato. Si affiancano, contano, saltano. Di profilo si scorge una figura sola, perfetti. 85,68 punti significano il bronzo europeo mai vinto, 435,12 punti significano il record personale mai raggiunto. Il podio, il tricolore e l'inno sono la gioia mai provata. Poche sorprese per il resto, oro alla Russia e seconda piazza per i tedeschi. Dall'alto della piattaforma dei tuffi, al gradino più alto del podio del nuoto, la differenza non è poi così tanta, si rischia comunque di soffrire di vertigini. Alessandro Terrin, imponente come un wrestler, sale fin lassù, ex aequo con il russo Ligosor, e sembra barcollare, quasi incredulo. I suoi 50 rana sono un concentrato di potenza e leggerezza, di determinazione ed eleganza. 27''48 sono veramente pochi per rendersi conto di quello che sta succedendo. È successo che Terrin ha subito condotto la gara, non l'ha mai mollata, ha controllato il ritorno di Ligosor fino agli ultimi metri per chiudere in allungo. Una medaglia, nei 50 rana, è una questione di frequenze e il russo, appaiato fino all'ultimo, si prende l'oro in comproprietà preferendo una bracciata in più allo scivolamento. Non è abbastanza per rovinare la festa di Alessandro, raggiante a fine gara: «Ancora non mi rendo conto, so di aver fatto una gara perfetta e un ottimo tempo, forse ho rischiato un po' con quell'arrivo». Terrin è campione d'Europa, il resto conta poco. Da chi può soffrire l'altezza del gradino più alto, a chi ha il dovere di stare lassù, più in alto di tutti. La 4x200 sl vede l'Italia chiamata a confermarsi dopo il titolo di Madrid, con la Gran Bretagna di Burnett e la Russia di Prilukov intenzionate ad impedircelo. Rosolino, Cassio, Borbotto e Magnini, l'ordine dei frazionisti, oro e record europeo, il loro patto d'onore. L'Italia va subito forte con Massimiliano ma l'inglese lo tiene, Cassio non ha un vero e proprio vantaggio da gestire e Burnett è il cliente più scomodo. Al termine del suo 200 tocca un pelo prima di lui e affida a Berbotto il compito di allungare. Il ragazzo fa più del suo dovere e lascia a Magnini l'onore di chiudere. Nel 200 di Re Magno c'è la voglia di un altro oro e il sogno di un altro record. 7.09''60 sintetizza un po' tutto questo. Campioni d'Europa, ieri come a Madrid, record dei campionati infranto, ma anche quello era già nostro. Per essere i più forti di tutti abbiamo dovuto far meglio di noi stessi. L'unica delusione porta il nome di Tania Cagnotto che dopo la gara andata male dalla piattaforma, non è riuscita ad strappare più di un quarto posto nel trampolino dai tre metri. Oggi si chiude la rassegna continentale e abbiamo buone speranze di gioire ancora, basta non perdere la scia.

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