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Un romano l'astro nascente

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Michele Sepe, tre-quarti classe '86 è l'uomo nuovo del gruppo «La nazionale? È impressionante»

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L'ultimo grido in materia di tre-quarti, gli atleti che per caratteristiche e qualità maggiormente colpiscono la fantasia degli appassionati, si chiama Michele Sepe, è nato a Roma nel 1986 e ha deciso di realizzare i suoi sogni di giocatore nella sua città: «Dopo alcune buone stagioni nella Lazio&Primavera — spiega Sepe — ho deciso di sposare il progetto dell'Unione Capitolina perché mi dava l'opportunità di scalare il rugby di alto livello senza allontanarmi da casa, dalla famiglia e dagli affetti». L'esplosione di Sepe è coincisa con la straordinaria cavalcata dell'Almaviva Capitolina capace di vincere tutte le partite del campionato di serie A con il bonus e conquistare la promozione in Super10. Michele ha messo a segno 28 mete in 22 partite, realizzando anche una segnatura personale nella finale vittoriosa contro la Rugby Roma: «Sono molto contento di aver conquistato la massima serie con una squadra della mia città, peraltro allenata da Massimo Mascioletti che è un vero maestro del ruolo che preferisco, quello di ala. Questo mi assicura la possibilità di migliorare costantemente a livello tecnico, cosa di cui ho bisogno». Sepe ha avuto modo di capire quanto ancora deve crescere in giugno quando Pierre Berbizier lo ha fatto esordire in azzurro contro Giappone e Fiji: «In effetti la differenza è notevole. Io ho fatto parecchia esperienza nelle giovanili azzurre, ma l'impatto con il massimo livello internazionale è impressionante. Contro il Giappone — racconta il talento azzurro — mi sono scaldato a lungo e quando sono stato chiamato in campo per gli ultimi 8 minuti era tale l'emozione di giocare davanti a 15000 spettatori che ho capito davvero poco. Diversa l'esperienza successiva contro Fiji. Berbizier, che ha un grande impatto a livello umano oltre che tecnico, mi ha fatto partire titolare e giocare tutto il match di fronte agli isolani è davvero impegnativo, ma sono abbastanza contento di quello che ho fatto». Nel ruolo di ala è tempo di esperimenti per il gruppo azzurro e le qualità di Sepe potrebbero emergere: «In questa stagione gli impegni sono molti e, come ogni giocatore, spero di ritagliarmi un posto nel gruppo perché la maglia azzurra ha un fascino irresistibile, ma so che per migliorare dovrò dare il massimo quotidianamente con la maglia della Capitolina, il resto verrà». Insieme con gli altri romani Nitoglia, Pratichetti e Bernabò Michele Sepe rappresenta una buona parte del futuro azzurro, un futuro nato tra il Colosseo e l'Acquacetosa. Ale. Fus.

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