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La Lazio rivuole la A, patto tifosi-Veltroni

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Lo fa in Campidoglio, nel giorno dell'incontro con il sindaco Veltroni e il prefetto Serra. Circa mille persone hanno risposto presente, nonostante il caldo soffocante: colpo d'occhio beneaugurante alla vigilia del processo d'appello. Un tavolo a tre, promosso per stare vicini alla Lazio nel momento più delicato e dare un colpo di spugna alle polemiche del passato. Un'ora di colloquio, fitto, schietto. È stato siglato un patto di ferro chiamato a scongiurare lo spettro della B (il Comune, come sottolineato dal vicepresidente della Commissione Sport, Cochi, sosterrà l'eventuale ricorso al Tar del Club, come nel caso della Fiorentina) e cercare una via d'uscita per un ambiente dilaniato dall'insanabile frattura tra Lotito e il feudo del tifo biancoceleste. Veltroni ha ascoltato, chiesto, poi rilanciato il suo decalogo. «Niente intromissioni della politica - che ha più volte strumentalizzato situzioni legate al club - stop alle discriminazioni, al razzismo e alla violenza negli stadi. Con i tifosi abbiamo sviluppato iniziative importanti in passato e il club ha bisogno dell'appoggio delle istituzioni». La Curva, rappresentata dal leader Fabrizio Toffolo e da Jury Alviti, Paolo Arcivieri e Gianluca Tirone, ha accettato il dialogo e poi si è confrontata con il prefetto sul tema caldo dei rapporti con Lotito. Serra ha chiesto equilibrio e si è impegnato a far abbassare i toni anche al presidente, in merito alle dichiarazioni con riferimento costante a una presunta «estorsione» relativo all'assetto azionario del club. A tal proposito anche Leonardi, diggì della Cisco, si è espresso in merito ai continui riferimenti su un presunto interessamento di Tulli. «Basta con queste strumentalizzazioni, che adesso diventano pesanti». «Siamo soddisfatti dell'incontro con il sindaco», hanno enfatizzato i rappresentanti della Curva che si sono confrontati anche l'assessore Morassut. Tema: il Flaminio e la cittadella. Morassut ha ribadito la volontà di mettere a disposizione lo stadio per la Lazio, così come ha illustrato il piano relativo alla creazione di uno spazio in città tutto, rigorosamente, biancoceleste. Come fatto per la Roma. Poi ha parlato di Lotito: «Il Comune non sfratta nessuno. E per avvicinare investitori al club serve un clima di serenità». La contestazione della Curva, in realtà, prosegue. Ora si cerca la salvezza in extremis dalla Corte Federale, per evitare la B. «Bisognerebbe scindere le responsabilità dei dirigenti da quelle del club, anche se non è possibile», sottolinea Toffolo. I legali biancocelesti, guidati da Gentile, Pulici, Longo, Siniscalchi e Viglioni, lavorano. Da oggi daranno battaglia davanti a Sandulli, cercando di rendere inammissibili i ricorsi di Bologna e Treviso. Si punta sui verbali di protesta di altri club nei confronti dei designatori, sulla mancata telefonata dell'illecito tra Lotito e Carraro. Su alcune testimonianze accessorie (vedi Tombolini). La Lazio ci crede: rivuole la serie A.

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