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QUALCUNO lo ha già soprannominato lo scudetto della discordia.

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Di certo c'è che la sentenza della Caf lo ha scucito dalle maglie della Juventus e lo ha restituito idealmente alla Lega, nell'attesa che il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi, lo assegni probabilmente all'Inter. Quello scudetto, di certo, non se lo metterebbe in tasca il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, fino a qualche settimana addietro anche vicario della Lega prof. «Io non penso, e non credo, che Moratti ci tenga particolarmente a questo scudetto - ha detto il patron del Palermo - Se ci tiene tanto, gli si dia. Che problema c'è? Di certo, se viene ridisegnata la classifica della Serie A, si deve pure individuare una squadra prima in classifica. O no?». All'Inter lo scudetto e al Milan la..... Coppa Uefa. Zamparini non concorda. «Ci troviamo di fronte a un evidente errore tecnico. Il Milan non può fare l'Uefa, penso che ci penserà la Corte Federale a riparare all'errore commesso dalla Caf, nel primo grado di giudizio, e a rimettere le cose a posto. Evidentemente 44 punti di penalizzazione per i rossoneri sono stati pochi. Ma si può sempre rimediare». Nei confronti del Milan, Zamparini, ancora una volta, ha le idee chiare. Per mesi è stato seduto al fianco di Galliani sulle poltrone più alte della Lega, non sembra avvezzo ai facili giustizialismi. Però, ci tiene a sottolineare che «un conto è beccare un operaio, un impiegato qualsiasi con le mani nella marmellata, un conto è scoprire il presidente del governo del calcio, com'è avvenuto nel caso di Galliani. Certi dirigenti non possono, e non dovrebbero, fare certe telefonate "pericolose"». Sul possibile rinvio dei campionati, Zamparini appare scettico («non credo si arrivi a questo»), lo è meno sul futuro di Donadoni alla guida della Nazionale. «Sono contento quando vedo i giovani che hanno tanto entusiasmo. Donadoni, peraltro, è un tecnico preparato, una persona capace, gli faccio i miei migliori auguri, spero conquisti i migliori successi. Gentile? Non lo conosco, nè conosco il suo lavoro». Sulle le sentenze della Caf ritiene che i giudici abbiano usato la mano pesante contro chi, come Lazio e Fiorentina «si è difeso da un sistema che era diventato marcio. Per il Milan, invece, il discorso è diverso: il club rossonero paga il continuo conflitto d'interesse fra Galliani, nella doppia veste dei vicepresidente milanista e presidente di Lega».

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