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di SIMONE PIERETTI MASSIMO Cellino è stato nominato presidente pro-tempore della Lega Calcio nel Consiglio ...

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Tre i punti all'ordine del giorno discussi: tracciare le linee giuda delle nuove regole di gestione della Lega, l'ammissione delle 42 squadre di A e B ai prossimi campionati - tutte hanno ottemperato ai parametri imposti dalla Covisoc - e discutere sulla prossima assemblea elettiva in programma il 26 luglio a Milano da cui dovrebbe uscire il nuovo presidente dela Lega Calcio. Sarà un manager esterno, e non un rappresentante di uno dei 42 clubs come accaduto fino ad oggi, a ricoprire tale incarico. Lo spauracchio del commissariamento della Lega ha messo tutti in guardia: i presidenti cercheranno di darsi delle regole prima di un intervento esterno che affiderebbe ad un commissario il potere di riordinare la situazione dopo la tempesta dei processi sportivi. Anche il governo, dopo lo scandalo di Calciopoli, ha deciso di mettere mano sul sistema calcio. Tuttavia dovrà farlo, come afferma lo stesso presidente reggente Cellino, di comune accordo con la Lega. «Non si possono intraprendere iniziative senza il nostro parere o il nostro sostegno - ha dichiarato al termine del Consiglio di Lega il patron del Cagliari - è necessario avere una una comunione di intenti. Se vogliamo iniziare a parlare del futuro è bene che del passato se na parli il meno possibile: sembriamo tutti sereni, ma in realtà non lo siamo affatto. Fino ad oggi, con un Campionato del Mondo da giocare e con delle sentenze processuali, siamo rimasti in silenzio, ma è fisiologico che il governo debba condividere con noi i prossimi programmi che riguardano il sistema calcio. Dovremo procedere di pari passo, andando avanti nell'interesse comune. Escludo, in questo modo che ci possano essere dei problemi». Sul futuro della Lega: «In questo momento era importante trovare una persona che si facesse carico della responsabilità legale della Lega. Il nuovo presidente? Se ci fosse la volontà comune di eleggere un nuovo presidente - ha detto sempre Cellino - basterebbero 24 ore. Ma se questa volonta non c'è non basterebbero neanche 10 anni». Oltre alle nuove regole, sarà necessario prendere una decisione sui diritti televisivi, il che non avverrà prima della sentenza di secondo grado della Corte Federale. Si dovrà capire che fine faranno Juve, Milan, Fiorentina e Lazio prima di prendere qualsiasi decisione. Cellino si era espresso sui problemi con Mediaset, prima che la tv decidesse comunque di disporre il pagamento della prima tranche per i diritti in chiaro del 2006-2007. «Non è colpa nostra se il contratto con Mediaset non teneva conto di quali squadre ci fossero in serie A». La problematica è destinata a riproporsi più avanti, anche se per il momento è stata almeno tamponata con buon senso. Stesso discorso per quanto riguarda la riforma dei campionati, con la possibilità - una tantum - di portare a cinque il numero delle promozioni dalla Serie B alla serie A: sarebbe un modo per equilibrare la corsa verso la massima serie, ma i piccoli club di serie A, vedendo aumentare il numero delle squadre retrocesse - si passerebbe da tre a cinque - sembrano già sul piede di guerra. Alla riunione era presente anche Antonio Matarrese, che ha specificato. «Non sono qui per fare il presidente di Lega ma sono in veste di suggeritore, considerato che conosco tante cose di questo mondo, e conosco tanti presidente, so guardare negli occhi ognuno di loro e so quando possono sbagliare. Di sicuro sarebbe una stupidaggine colossale commissariare la Lega, soprattutto in questo momento. Secondo me bisogna far calmare i processi e ritrovare il buon senso. Il problema vero è che qui ci si deve confrontare e non azzannarci tra di noi, anche perché all'estero stanno godendo di tutto ciò». Sul futuro e su calciopoli. «Euro 2012 è un'occasione storica, ma noi stiamo fermi. Processo giusto? Si stanno facendo sull'onda emotiva, anche se il calcio non è fatto solo di norme. Una cosa è sicura, bisognava dire basta, anche

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