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Fair play

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Uno consiglia di fare in fretta, l'altro di fare bene. Se riesci a fare entrambe le cose sei Montanelli. La premessa vuole solo spiegare come l'altra sera, per trasmettere al giornale il mio commento sulla sentenza del calcio un quarto d'ora dopo averla conosciuta, non avevo scelta ma ieri mattina ho voluto fare quello che non faccio quasi mai, mi sono riletto e, lo affermo con scarsa modestia (un difetto che mi porto dietro dalla nascita), sono rimasto abbastanza soddisfatto. In altre parole non avrei scritto nulla di diverso anche se avessi avuto a disposizione un'intera giornata e non solo 15 minuti. A rifletterci bene, si poteva eccepire sull'evidente sproporzione tra i 30 punti di penalizzazione alla Juventus ed i 12 alla Fiorentina ed i 7 alla Lazio, laddove era chiaro che le responsabilità della Juventus erano ben maggiori. Credo peraltro che il provvedimento nei confronti della Juvenstus sia stato misurato per evitare una retrocessione in serie C oggettivamente impraticabile. Ugualmente i 44 punti di penalizzazione al Milan, non trovando nessun aggancio nei precedenti, non potevano avere altra ragione che quella di aggiustare la classifica. Se poi qualcuno ha visto un giallo nel fatto che l'Empoli non avendo la licenza UEFA, il Milan potrebbe ugualmente partecipare a questa competizione sarebbe sufficiente iscrivere una squadra di meno ma si tratta di un dettaglio. Era inevitabile che la sentenza non sarebbe piaciuta così com'era prevedibile che i toni delle proteste fossero diversi in funzione della platea alla quale si rivolgevano. Vorrei chiedere a tutti coloro che hanno contestato quale sarebbe stata, secondo la loro opinione, una sentenza giusta. Nessuno si era sbilanciato, ad eccezione della Gazzetta dello Sport, che aveva previsto, virgola più, virgola meno, i termini delle condanne. E' probabile che qualcuno abbia parlato (e non è una bella cosa) ma è anche possibile che alla Gazzetta siano più bravi o abbiano contatti migliori, com'è normale se si considera la storia di quel giornale. Di tutt'altro genere gli altri commenti. Scandalo, opposizione totale, giustizia nell'appello, punizione inaudita, questi i toni usati ma non mi sorprendo. Ugualmente prevedibili le reazioni dei dirigenti dei club colpiti, da Cobolli Gigli a Galliani, da Della Valle a Lotito. Nelle loro dichiarazioni rimbalzano un aggettivo ed un atteggiamento, INACCETTABILE, che contengono ovviamente la minaccia di allargare il dibattito alla giustizia ordinaria , di impedire o comunque rinviare l'inizio dei prossimi campionati. Questo è ovviamente il problema più grave che il calcio, nel suo complesso ma Guido Rossi che lo rappresenta, deve affrontare. Il tribunale ha emesso le sue sentenze e bisogna vedere se esse resisteranno in sede di appello. Qualora questo accada (ma sono molto pessimista) il compito di una Federazione e di una Lega (se esistesse) sarebbe quello di adattare le decisioni alle esigenze ed agli interessi del calcio. Voglio dire che sarebbe un delitto non approfittare della situazione per non ridurre immediatamente le serie A da 20 a 18 squadre (in attesa delle 16 che rappresentano il mio ideale). Il Treviso che l'anno scorso si è trovato in serie A senza volerlo e senza saperlo, non potrebbe fare drammi, il Lecce o il Messina lo stesso. L'altro grosso problema è quello dei diritti televisivi. La Rai ha fatto sapere di avere i diritti per la serie B, acquistati e trattati l'anno scorso a prezzi di svendita, SKY ritiene di avere i diritti sulle partite della Juventus, a prescindere dal campionato dove giocherà. Tuttavia non vorrei che, per quanto gravi, questi aspetti influenzassero le decisioni della Corte Federale. I danni economici sono enormi, quelli morali irreparabili se a decidere fosse il denaro.

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