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Grosso, urlo alla Tardelli: posso anche smettere

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La notte magica del terzino: «Gol da fantascienza, lo dedico a mio figlio che nasce»

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La favola di Fabio Grosso era tutta in quella faccia incredula che scuote l'aria per l'urlo e il gol come Tardelli nell'82. Il terzino ha scoccato un tiro a giro sul secondo palo degno di un numero 10. «Un gol così non potevo immaginare nemmeno io - dice Grosso - però non chiedetemi come ho fatto, ho calciato d'istinto ne è uscito un gran gol, ma quando la rete si è gonfiata davvero non ho capito più nulla. Questo gol è una perla per mia moglie e per mio figlio che mi darà tra due mesi». L'avventura Grosso era nata nel giugno di un anno fa, in una tournée americana che molti considerarono inutile. Valutazione da riconsiderare in toto, un po' come sull'Italia che nessuno dava per finalista ad inizio torneo. Così la favola del gruppo azzurro è anche di pari passo con quella di un suo goleador di una notte magica. «Questo è un gol da incorniciare, non lo dimenticherò mai. Abbiamo giocato tutti una gran partita. In uno stadio così, in casa della Germania, è un risultato storico, una grande impresa». Ora Grosso pensa al riposo. Si riparte con una favola in più, quella di un terzino nato nel calcio di provincia, da Perugia a Palermo, è arrivato alla ribalta della finale di un mondiale. «Non ci credo, non è vero»: è questo, secondo quanto riferisce un suo parente stretto, il «labiale» dell'urlo liberatorio ripetuto più volte dal neo interista scuotendo la testa e piangendo dopo il decisivo e storico gol mondiale contro la Germania. La «traduzione» è stata garantita in questi termini da Giuseppe Repetto, fratello della moglie di Grosso, Jessica. «Sono contentissima. Ci ricorderemo questo momento per tutta la vita». La consorte del terzino abruzzese si dice al culmine della felicità. La giovane donna, Jessica Repetto, del resto, ha più di un motivo per esserlo: la rete che portato l'Italia alla finale mondiale è stata dedicata a lei, che la prossima settimana entrerà all'ottavo mese di gravidanza. «Fabio - riferisce ancora Jessica, che ha seguito la partita allo stadio - non ci credeva. Le sue prime parole sono state "adesso posso anche smettere di giocare". Ma naturalmente l'ha detto scherzando. Abbiamo festeggiato ma sono certa continueremo a festeggiare ancora per molto».

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