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dall'inviato TIZIANO CARMELLINI DUISBURG — C'è il ringhio «cattivo» di Gattuso stampato ...

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Corsa, grinta e quella voglia in più che solo chi ha «meno» piedi può mettere in una partita: tanto più se la gara in questione è una semifinale della coppa del mondo e se dall'altra parte del campo c'è la solita Germania. L'Italia che Gattuso ce l'ha se lo tiene stretto, così come il milanista si aggrappa a questo Mondiale: sogno di una vita fatta di tanto lavoro e altrettanto sacrificio. Scusi Gattuso, questo è diventato il «suo» Mondiale, ma non doveva essere quello di Ronaldinho? «Con tutto il rispetto, io posso giocare bene, rubar palloni, ma penso che lo spettacolo e la classe di Ronaldinho me li sogno la notte». Già, ma la sua grinta finora ha fatto la differenza: il segreto? «Non lo so, è come chiedere a Totti da dove arriva la sua classe: diciamo che è un dono di Dio». Quanto influirà la sua diffida sulla partita di domani? «Poco o nulla. Giocherò la mia gara come sempre senza pensarci: altrimenti non darei il mio massimo». E se arrivasse un cartellino giallo? «Ci metterei una firma grossa come una casa ad essere ammonito con l'Italia in finale. Comunque non è che mi metto la fascia in testa di Rambo e vado in campo per essere ammonito». Potrebbe coincidere con il rientro di De Rossi che finora il mondiale lo ha visto dalla panchina. «Non ho problemi con Daniele, anzi sarebbe un sogno se fosse proprio lui a farci vincere il Mondiale». Che partita sarà? «Dura, durissima, in uno stadio con settantamila tedeschi a tifarci contro. Per fortuna la gente non può giocare altrimenti avremmo già perso in partenza». Questa Germania è molto diversa da quella che avete battuto 4-1 nell'amichevole a Firenze? «Ecco, appunto, quella era un'amichevole. No, qui sarà tutta un'altra squadra che è cresciuta molto nel corso del torneo e avrà tutti dalla sua parte. Ma io penso all'Italia e poi vedremo in campo». Tutto questo tifo contro non potrebbe essere un'arma in più per l'Italia? «Speriamo, noi stiamo preparando la partita con la solita cura e vogliamo vincere per andare in finale. Non abbiamo ancora vinto nulla». Magari anche per gli immigrati che vivono qui in Germania? «Anche, ma soprattutto per il nostro popolo e per noi stessi». Un po' anche per Lippi che ha ricevuto più di una critica in questo Mondiale. Il futuro azzurro sarà ancora lui? «Non sta a me ne decidere questo, ne provare a convincere Lippi a rimanere. Certo è che questa squadra gli somiglia molto, perché lui è il vero condottiero del gruppo: ha tanta personalità e fa rispettare regole che in realtà non ci sono. Non servono con lui». Impressioni sul ct? «È avvelenato, non vede l'ora di iniziare tutti i giorni e cura con molta attenzione gli allenamenti, il modulo e la tattica. Senza nulla togliere a Trapattoni, ora si lavora in un'altra maniera. Io a Lippi poi devo moltissimo, oltre alla che alla mia famiglia ovviamente». C'è un compagno di squadra che le piacerebbe fosse risolutivo in questo torneo? «Sì, Del Piero. Lui è uno che non muore mai e che viene fuori alla distanza. sarebbe bello se ad essere decisivo per la coppa del mondo fosse lui». Qui l'hanno definita «Gattuso l'anti-Germania». «Non voglio fare polemiche, ho già dato... ma credo che per gente come mio padre che ha lavorato quarant'anni (anche in Germania, ndr) a un milione al mese le cose che sono state dette e scritte nei giorni scorsi siano un'offesa grave». L'atteggiamento degli arbitri rispetto alla Germania la preoccupa? «Non ci faremo condizionare, sappiamo che sarà dura per noi ma anche per loro: siamo una squadra che prende pochi gol. Dico solo che due anni fa una televisione danese ha incastrato Totti con le immagini tv. E i furbi siamo noi? Non mi sembra che nessuna tv italiana, pur avendo le immagini, abbia cercato di incastrare nessuno». Riva ha detto che questa partita è più importante della mitica sfida che finì 4-3 nel '70: anche per gli scandali del Moggi-gate. «Lui per me è un Dio calc

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