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di GIANFRANCO GIUBILO FINE delle alternative, dei calcoli, di più o meno astuti ...

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Ma è d'obbligo richiamare la massima attenzione, visto che abbiamo sofferto una Corea nel '66 e l'altra quattro anni fa: e a guidare quest'ultima c'era Guus Hiddink, il giramondo part-time che ha condotto l'Australia prima alla fase finale e adesso agli ottavi, impegnando a fondo perfino il Brasile stellare. Per gli Azzurri è un confronto senza precedenti nella lunga storia della nostra Nazionale, anche se non sono degli sconosciuti, per Lippi e i suoi, giocatori che si sono conquistati buona visibilità in Inghilterra. in Svizzera e anche in Italia, Grella e Bresciano nel Parma, Kalac nel Milan. Chiaro che, una volta accettato che sul piano tecnico, ma anche su quello dell'esperienza a questi livelli il confronto appare quasi improponibile, il rischio è un eventuale allentamento della tensione che adesso e fino al termine del nostro Mondiale, il più tardi possibile, dovrà accompagnare gli Azzurri ad altissimi livelli. Insieme, però con la lucidità e la serenità che, sole, garantiscono le imprese importanti. Un po' strano che questo richiamo ai nervi distesi venga, secondo intervista della Gazzetta, da Arrigo Sacchi, un bravo figlio che ha collezionato una serie di dimissioni per insostenibilità dello stress. Se non altro, l'Australia sembra squadra poco propensa alla barricata, così che il superiore tasso tecnico dei nostri dovrebbe trovare accettabili spazi per esprimersi al meglio. E questo vale anche, e forse soprattutto, per Francesco Totti, verso il quale è doverosa la fiducia di Lippi, una volta che ha deciso di coinvolgerlo nell'avventura mondiale nonostante il gravissimo infortunio. Ma naturalmente nessuno può aspettarsi una passeggiata senza palpiti: perché, se è vero che sono finora mancati i colpi a sorpresa clamorosi, va anche sottolineato come le grandi favorite abbiano sofferto talvolta in termini imprevedibili. Come l'Argentina, indicata fino a quel momento come la squadra più solida ma anche più spettacolare della prima fase, abbia avuto bisogno, per mandare a casa i messicani, non soltanto di una straordinaria invenzione balistica di Maxi Rodriguez, ma anche dell'affettuosa solidarietà dell'arbitro svizzero Busacca, un gol fasullo per il chiaro fallo di Crespo su Borgetti, il mancato rosso a Heinze con doppia motivazione, fallo violento, chiara occasione da gol negata. E non si è divertita granché l'Inghilterra, qualche rischio di fronte all'Ecuador, che aveva avuto più limpide occasioni prima che Beckam timbrasse il passaporto per i quarti di finale. Se non altro, per gli inglesi, la conferma di un livello di gioco veramente modesto, concessioni allo spettacolo zero via zero.

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