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Eurolega più vicina grazie al netto successo sulla Montepaschi

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È ancora Siena la vittima predestinata, buttata fuori, 84-63, ancora una volta dalla squadra di quel genio unico che risponde al nome di Sveto Pesic. Saranno discutibili i suoi metodi, forse per chi non sa di sport e di basket in special modo. La disciplina, la cultura del lavoro, il rispetto dei ruoli. Questo pretende il mago di Novi Sad dai suoi. E sono i risultati che parlano per lui. Roma era data per spacciata. Ora aspetta di sapere chi tra Treviso o Milano la sfiderà in semifinale. Tanti gli eroi di una serata da incorniciare. Facile dire Hawkins o Bodiroga. Ed invece il simbolo è lui, Sandro Tonolli, dodici anni al servizio della Virtus per cucirsi una maglia sulla pelle che nessuno, è bene che tutti lo capiscano, dovrà sfilargli. Acido lattico nelle gambe, per i tanti sforzi ravvicinati, e la normale tensione, vista l'importante della posta in gioco. Così se in difesa Roma ha morso come vuole Pesic, in attacco la strada per arrivare a canestro s'è disseminata di ostacoli improvvisi. Ekezie è stato cercato con costanza dai compagni, facendosi anche trovare al posto giusto nel momento giusto, ma raccogliendo praticamente nulla. Contratto anche Hawkins, così ci ha dovuto pensare Bodiroga a sciogliere un pò i suoi, sostenuto da capitan Tonolli anima e bandiera della squadra. 9-4, subito rintuzzato dai toscani che grazie alla zona e ad un paio di giocate ispirate di Pecile hanno portato a braccetto Roma al 10' (17-17). 5-0 in apertura di seconda frazione, con Tusek ed una tripla di Bodiroga, per ritrovare coraggio e volare fino al + 10 (29-19) grazie a sei punti di Ilievski. Ma Siena non ha mollato. La rapidità di Hamilton ha creato apprensione, liberando spazi per Stonerook e Thomas. Siena è risalita fino al - 4 (31-27), ma la Virtus ha raccolto le forze e piazzato il parzialino, con Tusek e Tonolli, per andare negli spogliatoi sul 36-27. Siena ha provato lo sforzo estremo appena rimessi i piedi sul parquet, è rimasta attaccata alla partita per forza d'inerzia e grazie ai liberi. Ma poi Bodiroga ed Hawkins hanno imposto la loro legge. Mentre in difesa i tentacoli degli indiavolati uomini di Pesic, su cui si è eretto nuova dea Calì capitan Tonolli, ben sostenuto da Tusek ed Ekezie, hanno arpionato tutto in attacco le giocate epiche dei due fenomeni hanno chiuso la contesa. Festa finale, con cori per tutti e la squadra richiamata sulla ribalta per un bis d'applausi. Serata da godere tutta d'un fiato. Ma il bello è appena cominciato.

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