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Rossi e la Yamaha all'inseguimento del tempo perduto

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Furioso, deluso dalla battuta a vuoto del Gp della Cina. Per consolarsi con una piadina prima di tornare a scendere in pista a Le Mans. E a maledire quella Yamaha affetta dal morbo del chattering. A Shanghai, in più, ci s'è messa di mezzo anche la sfortuna, virus da cui Rossi fino ad oggi era sempre risultato immune, con la gomma anteriore che perde i pezzi, probabilmente per un difetto di fabbricazione. E lui, re che ha perso lo scettro del comando della MotoGp, è andato su tutte le furie. Mai era successo che non avesse incamerato un buon vantaggio dopo le prime corse. Sembra tornato ai tempi dell'ultimo titolo vinto con l'Aprilia, nella classe 250, dopo essere partito maluccio ed aver rincorso a lungo. Ma così è, Rossi deve pur farsene una ragione. Sperando che la Yamaha riesca a realizzare davvero in fretta e furia non tanto il telaio modificato di cui si parla dall'indomani della prima gara stagionale di Jerez de la Frontera - e che dovrebbe essere utilizzato da Valentino già domenica prossima nel Gp Francia - quanto una soluzione in grado di risolvere una volta per tutte il problema delle vibrazioni all'avantreno. Se ciò accadrà Rossi potrà lottare e rincorrere. Recuperando facilmente quei 32 punti che lo separano dal leader provvisorio del mondiale, quel Nicky Hayden che, senza infamia e senza lode, domina senza dominare. Grazie a una costante presenza sui gradini bassi del podio. E a nulla più se non a una Honda ritornata competitiva. A cui forse anche la Michelin, accusata gli scorsi due anni di aver strizzato un pò troppo l'occhio alla Yamaha di re Valentino, ha realizzato le coperture giuste. In casa Hrc gongolano. Takeo Fukui, il numero uno del colosso di Tokio, è raggiante: «Il nostro avversario principale resta Valentino e con lui la Yamaha. Siamo felici di batterlo».

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