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Pensa già da dirigente

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«Collaboro per costruire una squadra più forte»

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E per il prossimo anno spero di poter dare undici». Passato, presente e futuro secondo il prof. Francesco Totti che, dopo il rientro in campo giovedì sera a San Siro nella finale di coppa Italia persa contro l'Inter, da i voti alla «sua» Roma. Per il presente il capitano giallorosso, che in poco meno di quaranta minuti al Meazza ha mostrato di essere sulla strada giusta per un rientro «vero», ha pochi dubbi. Lui alla Champions ci crede, la vuole conquistare sul campo prima che lo tsunami «intercettazioni» la porga su un piatto d'argento ai giallorossi. Il messaggio per i compagni è chiaro: lottare fino all'ultimo minuto. «Io credo ancora nella Champions, se tutti faranno i professionisti e tutte le squadre si comporteranno allo stesso modo». Ma non dipenderà solo dalla Roma, perché per portar via il quarto posto alla Fiorentina (ancora 2 punti sopra alla Roma), bisognerà vedere anche l'atteggiamento del Chievo: del quale però Spalletti, in questo clima di dubbi e insinuazione, continua ad piena fiducia. Intanto la Roma dovrà fare il suo e portar via i tre punti a un Milan che allo scudetto ha mostrato di crederci eccome. «Noi abbiamo solo un risultato a nostra disposizione: dobbiamo andare là e vincere, sperando che da Verona arrivi qualche buona notizia. Noi ci crediamo». Inutile nascondere poi il rammarcio per la sconfitta nella finale di Coppa: trofeo che l'Inter ha «sfilato» alla Roma pe ril secondo anno con secutivo. «Sono deluso. Come tutti, speravo di vincere questa Coppa, purtroppo non ci siamo riusciti». ma il pensiero vola subito al lato positivo della serata: il suo rientro in campo dopo 81 giorni dall'infortunio alla caviglia sinistra. «La cosa positiva per me — spiega Totti — è essere tornato in campo. Mi sono sentito bene, anche se non stavo al cento per cento. L'impatto è stato emozionante. Non sono tornato il Totti di prima. È solo una questione di condizione fisica che sto cercando di recuperare il prima possibile. Ora sono al 55 per cento. Ho un appuntamento molto importante davanti a me e spero con queste ultime partite, comprese le amichevoli con la Nazionale, di recuperare». Da lunedì in poi infatti il pensiero di Totti sarà rivolto solo al Mondiale ormai imminente. Il capitano ci crede, vuole esserci ed è convito di poter dare a Lippi il suo contributo. «Ho zittito gli scettici con il rientro in campo di giovedì sera — spiega — dicevano che ero il classico romano che non ha voglia di fare niente. Li ho fatti tacere ancora una volta. In Germania? Non sarebbe male affrontare il Brasile di Ronaldinho». Poi un ricordo va alla vicendo di Poulsen che ha compromesso il suo ultimo Europeo. «Un altro Poulsen? Sbagliando si impara. Potrei fare qualche cosa di nuovo, perché uno così è duro da mandare giù». Chiusura, di rigore, ancora sulla Roma. Stavolta è il futuro al centro dell'attenzione di Totti che vuole una grande Roma. Le premesse, secondo lui, ci sono tutte. «Mi aspetto una squadra — chiude il capitano — più forte di quella di quest'anno. Ne stiamo parlando con la società, ma non sono io che decido. Io collaboro solamente». Già, ma il segnale è chiaro e adesso la Roma sa cosa il capitano vuole pre il futuro.

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