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Roma col Chievo per continuare a credere nella Champions

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Riparte da qui la Roma di Spalletti oggi impegnata a Chievo (Sky Calcio 5, ore 15) in una partita tutt'altro che semplice. Ma per poter continuare, almeno a sperare, in una chance Champions, la squadra di Spalletti dovrà vincere e «buttare» un occhio anche a ciò che succederà a Palermo. Già, proprio sul campo che ha aperto la crisi giallorossa con un pareggio che a pensarci Spalletti ancora non ci dorme la notte. Per vincere a Chievo servirà la Roma migliore: soprattutto nella testa, oltre che nelle gambe. Il tecnico toscano ha fiducia nei suoi, convinto che proprio gli ultimi due pareggi possano dare alla Roma la spinta giusta per ricominciare a correre come sa. E segnare. Dall'altra parte un Chievo aggrappato con le unghie alla zona Uefa che per una squadra di quel calibro vuol dire moltissimo. «A noi serve solo vincere — attacca Spalletti — perché gli altri risultati non vorrebbero dire nulla. Mi aspetto che ci sia voglia di mettere in campo la capacità e il carattere che dimostri come abbiamo ancora delle possibilità. Dobbiamo cercare di sfruttarle, soprattutto per quello che ci riguarda. Perché nel calcio non si sa mai, non c'è niente di scontato e poi guarderemo anche gli altri risultati. Il nostro obiettivo è fare nove punti poi, purtroppo, dipenderemo anche da quello che succederà sugli altri campi». Primo tra tutti proprio il Barbera. «Se il Palermo vincesse con la Fiorentina non sarebbe un regale per noi, ma un aver fatto bene il proprio lavoro: un comportamento corretto». Ma la Roma deve intanto pensare a vincere col Chievo. «Non sarà la gara della vita, ma importante sì, perché siamo ancora dentro alla situazione Champions. Quindi non credo che i miei abbiamo problemi a trovare le motivazioni giuste». Spalletti cerca di tenere lontano dalla «sua» Roma la finale di Coppa Italia in programma mercoledì prossimo all'Olimpico contro l'Inter. «È un problema che conosco bene ed è tipico di Roma. Ogni tanto ci si pone di fronte alle cose come se già si fossero risolte, od ottenute. A noi interessa l'Inter, ma prima dobbiamo pensare al Chievo. È un modo sbagliato di pensare perché toglie attenzione alle cose immediate. Per la finale comunque avrei preferito giocare prima l'andata a San Siro. Dovremo metterci tutto quello che abbiamo perché l'Inter è meglio di noi». E Spalletti dovrà poi risolvere il caso-Totti. Il capitano vuol esserci a tutti i costi e il tecnico dovrà mediare in base alle sue reali condizioni. «Ha delle idee giuste — spiega il tecnico — che andranno valutate in base ai suoi miglioramenti. Ovvio che mi piacerebbe portarlo, perché è importante per il gruppo. Bisogna tenere conto della sua voglia, qualità e contributo che potrebbe dare ma anche aggiungere il fatto che ha subito un intervento serio e sono passati pochi giorni». Ma è pienamente d'accordo con il capitano sul futuro della Roma. «Mi ha fatto enorme piacere — dice Spalletti a proposito — sentire le parole della dottoressa Mazzoleni e di Pradè che hanno tranquillizzato tutti dicendo che si farà una grande squadra: questo mi da una bella spinta. Questa squadra va completata per andare a lottare di nuovo in situazioni importanti. Competere con Milan, Juve e Inter diventa difficile ora che abbiamo giocatori giovani, seppur di grande avvenire. Bisogna aspettare e fare operazioni importanti partendo da questa base. Ronaldinho? Sì, di lui potrei accontentarmi» chiude ridendo. Ma la realtà è che adesso Spalletti dovrà cavarsela con quello che ha e provare a portare a casa una qualificazione alla Champions che al momento sembra davvero lontana.

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