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SUL FALLO DI MANO: NON ERA INTENZIONALE

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La gioia del match-winner: gol dedicato a mia moglie

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«È un gol per mia moglie. Lei sa perfettamente quello che ho passato ed è parte integrante del mio successo. Ha passato con me tutti i momenti particolari del mio infortunio, mi è stata sempre molto vicina». La partita, bella e intensa come piace a lui. «Nel secondo tempo forse ci siamo chiusi un po' troppo, trovavamo difficolta' nel ripartire». Il gol come premio di una posizione che non gli è congeniale, ma che ha sempre occupato con grande spirito. «Giocando più avanzato è più facile dettare e ricevere l'ultimo passaggio, come avevo fatto col Lecce. Non era facile giocare due partite con questa intensità così ravvicinate ed è merito di chi è entrato, che si è fatto trovare pronto». Ancora una finale ancora con l'Inter. «Anche l'anno scorso avevamo le carte in regola per fare bene e non ci siamo riusciti. Speriamo di fare meglio quest'anno». Poco prima del gol un suo fallo di mano in area di rigore poteva costar caro alla Roma, Racalbuto ha sorvolato. «Sono saltato di testa col braccio per proteggermi e Brienza ha toccato il pallone a mezzo metro da me». Per Dacourt ancora una finale. «È la terza, la seconda volta contro l'Inter (l'altra col Milan, ndr). Peccato ieri, potevamo fare il secondo gol. Tommasi? È un premio per lui, peccato per i tanti capelli che ha!». E va via sorridente. Luc. Fal.

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