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Gioco e coraggio Spalletti merita questo traguardo

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Adesso ho capito quali sono gli errori da correggere, aveva detto dopo la sconfitta interna Luciano Spalletti, un'affermazione che era apparsa perfino temeraria considerati i disagi sofferti e l'impossibilità di modificare un organico ridotto al lumicino dagli ukase del Tas. Invece, dopo i marcati accenni di zoppia di quel pomeriggio romano, la sua squadra avrebbe di colpo esibito salute e velocità, ma anche talento puro, fino a mettere insieme quella galoppata incredibile che l'intero calcio italiano ha dovuto ammirare e applaudire. Singolare avere ritrovato proprio i siciliani, e per due volte, in una settimana così significativa: con l'obbligo di onorare la Coppa Italia e la prospettiva della trasferta di tre giorni dopo, onestamente più significativa. Dopo il deserto del Friuli, il maestoso spettacolo dell'Olimpico a restituire prestigio a una Coppa avvilita dalla formula, ma almeno onorata nelle fasi conclusive. E la Roma ci ha messo l'anima, pur con qualche assenza, per rendere omaggio al suo popolo: ha centrato l'obiettivo della finale con il gol di un Damiano Tommasi che rinnega l'anagrafe e i guai fisici, bravissimo nell'occasione decisiva, ma anche in opposizione a Grosso. Con lui, però, tutta la Roma a confermare il suo momento felice, a offrire trame da ovazione, purtroppo regalando molto, come le accade da tempo per indisponibilità di uomini gol, però firmando l'impresa con merito pieno e disponendosi a una finale di alta qualità contro l'Inter, una rivincita dopo lo scontro dell'ultima stagione che aveva visto prevalere i nerazzurri, un nuovo traguardo che si può raggiungere. Ma intanto un'altra rivincita, altrettanto decisiva, attende i romanisti sabato prossimo alla Favorita e la posta è ancora più alta, quel quarto posto che aprirebbe le porte dell'Europa vera.

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