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di TIZIANO CARMELLINI SCATTA questo pomeriggio all'Olimpico l'«operazione sorpasso».

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Anche stavolta, forse spinto dall'esperienza e dai numerosi campi di calcio calcati, Spalletti chiama a raccolta la concentrazione dei suoi. La Roma dei record, quella che sta esprimendo il miglior calcio del campionato, deve stare attenta a non commettere passi falsi proprio ora. Proprio nel giorno in cui la Fiorentina, rivale dei giallorossi per l'ultimo posto Champions utile, incontra la capolista Juventus in cerca di riscatto dopo la batosta rimediata con l'Arsenal. Un punto di vantaggio non è molto, ma potrebbe essere fatale per il rush finale. «Tutte le partite sono importanti. Sulla carta questa potrebbe essere il turno che ci può dare un vantaggio. Ma non è cosi» attacca laconico Spalletti che non ha dubbi su quale sarà il momento della verità. «Quando avremo la continuità che ci darà il vantaggio. Oro loro sono avanti un punto, hanno qualcosa in più». Differenze tra le due squadre. «Noi più in crescendo, loro più costanti». Il diktat del toscano è chiaro: non sottovalutare il Lecce. «Questo secondo me non fa parte del modo di pensare della nostra squadra. A volte ha sopravvalutato l'avversario. Nella gara di Ascoli, per esempio, ci sono stati errori nei comportamenti, non nei modi di pensare. Il Lecce è una buona squadra, ha ritrovato un modo di ragionare e crede nella salvezza. Cercheranno di vincere la partita». Su presente e futuro di questa squadra ha le idee chiare anche se cerca di girare largo. «Vucinic? È un buon calciatore. Ha mobilità, tecnica, si fa trovare puntuale sotto porta. Dobbiamo stare attenti a lui». Sull'accordo con Doni. «Non ho niente da dire sulla vicenda. Conti sa come comportarsi. Non penso che la situazione finale sia così perché non l'ho sentita. E' la prima volta che vedo un procuratore fare le trattative per radio e sui giornali, non mi era mai capitato prima. A me interessa avere rapporti col ragazzo che sono convinto saprà riconoscere quanto gli abbiamo dato». Inutile quindi provare a chiedergli cosa farà lui nel futuro, visto che ultimamente il suo nome è stato più volte accostato ad altre piazze: Inter in testa. Ma Spalletti ha già deciso, resterà alla Roma. «Io sto con la squadra sempre. La squadra ha deciso di non parlare di me e lo faccio anche io. Non è importante, importante è il loro comportamento. I tifosi? Sono tranquilli, il contratto ce l'ho se vi riferire a quello. Nessun problema. Sono lusingato, ma ci sono anche dei valori su cui ragionare». E se Moratti lo dovesse chiamare? «335... — dice ridendo — scherzi a parte, sono l'allenatore della Roma anche per il prossimo anno. Se si dice di stare con i ragazzi, è così». Sulla squadra del futuro. «Abbiamo una buona spina dorsale di squadra e il ragionamento va fatto in base ai comportamenti. Se qualcuno non vorrà stare, lo prenderemo in considerazione. Dovremo ragionare in modo più ampio. Vanno considerate tutte le ipotesi e Pradè e Conti saranno attenti. Dobbiamo essere preparati ad ogni novità. Chi resterà? Ho già risposto».

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