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di RINO TOMMASI FORMULA LO HA detto Delio Rossi, l'allenatore della Lazio ma lo pensano in molti.

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Il Milan ha mandato in campo a Lecce una formazione di ripiego per risparmiare energie per la partita con il Lione. Forse il Lecce è già condannato ma in una situazione diversa di classifica quei tre punti avrebbero potuto salvarlo. Poi c'è la formula del nostro campionato. Se è vero che ogni squadra deve affrontare due volte, una in casa ed una in trasferta, tutte le altre è altrettanto vero che le squadre che puntano allo scudetto un contro è affrontarle quando i giochi non sono ancora fatti, un altro contro affrontarle quando lo scudetto lo hanno già vinto o lo hanno già perduto. Alcuni esempi, che hanno avuto per protagonista il Milan. Nel 92-93, quando la vittoria valeva ancora 2 punti, con due partite ancora da giocare il Milan aveva 4 punti di vantaggio sull'Inter e doveva affrontare il Brescia a San Siro. Le bastava il pareggio per avere lo scudetto in tasca e pareggio fu. Che il pareggio del Brescia sia stato realizzato, in perfetta solitudine, due minuti dopo il gol del vantaggio del Milan fu solo una sfortunata circostanza. Un anno dopo, stessa situazione. Con tre partite ancora da giocare il Milan aveva 6 punti di vantaggio sulla Juventus ed affrontava l'Udinese che, come il Brescia l'anno prima, stava lottando per salvarsi. Anche qui bastava il pari per assicurarsi lo scudetto e per aiutare l'Udinese. Nel giro di due minuti, con il Milan in vantaggio per 1 a 0, ci furono il pareggio dell'Udinese, il gol di Simone per il Milan e l'immediato pareggio dei friulani. Da trascurare le imprecazioni di Sebastiano Rossi, portiere del Milan, al gol di Simone. Probabilmente immaginava che avrebbe dovuto subire il gol del pareggio. Nello stesso campionato, a scudetto già in bacheca, il Milan gioca l'ultima partita a San Siro contro la Reggiana. Perde per 1 a 0, la Reggiana si salva a spese del Piacenza. Pare che a Piacenza non l'abbiano presa bene e due anni dopo, quando il Milan ha giocato a Piacenza, che era tornato immediatamente in serie A, è stato insultato dal primo all'ultimo minuto. I tifosi hanno la memoria lunga. Naturalmente non ci sono prove, si tratta solo di strane coincidenze. Tuttavia non basterebbe la formula dei playoff a cancellare i sospetti ed a rendere inutili questi giochini? Però succede che se una squadra, che non ha più speranze ed interessi di classifica, fa il suo dovere come fece il Lecce a Roma il 20 aprile 1986 dove sconfisse la Roma, che era prima in classifica alla pari con la Juventus, si rimane sorpresi e si immaginano premi a vincere che non ci sono mai stati. Almeno così si spera.

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