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La tecnologia nel calcio è troppo costosa

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La domanda è questa: perché mai lo sport deve rinunciare a sfruttare i vantaggi della tecnologia per avere delle competizioni più regolari? Ovviamente sui nostri giornali hanno trovato più spazio ed attenzione le novità riguardanti il problema del gol fantasma, del quale mi sono occupato, per sottolinearne la scarsa importanza in rapporto al numero dei casi, di quello che si sta sperimentando nel torneo tennistico di Key Biscayne. Io rispetto tutte le opinioni ma mi fa piacere constatare che al momento il partito della moviola in campo, che ad un certo punto stava cantando vittoria, sia stato se non respinto almeno arginato. Lo stesso partito ha ammesso come il problema del gol fantasma, che peraltro è ancora allo studio ed ancora lontano dall'essere risolto, rappresenti ai loro occhi un successo solo marginale. L'aspetto che, più di ogni altro, mi induce ad essere contrario a queste novità è la parzialità della loro utilizzazione. Per quanto riguarda il calcio mi chiedo su quali campi si ha intenzione di applicare quel complicato e costoso sistema di telecamere che potrebbe assicurarci, tre o quattro volte nell'arco di una stagione, se il pallone ha veramente superato la linea di porta. Mi pare che il rapporto tra la spesa ed il risultato sia assolutamente negativo. Le stesse osservazioni, anche se si tratta di due sport abbastanza diversi, credo si possano applicare al tennis. Mi dicono che il sistema in atto a Key Biscayne costi 80 mila dollari per un settimana e sia applicabile soltanto sul campo centrale mentre in quel torneo, dove sono stato sei o sette volte, si gioca su otto campi. Mi pare che la preoccupazione maggiore sia quella di proteggere i giocatori più importanti e gli incontri che vengono offerti in TV. Se un giocatore subisce un errore arbitrale sul campo numero 6 è un problema suo, prevale l'esigenza di dimostrare al pubblico televisivo che gli errori possono essere evitati o ridotti. Lo stesso discorso, tornando al calcio, riguarda l'inevitabile sperequazione che si verrebbe a creare tra le partite della Champions League o della serie A e quelle dei campionati minori. In altre parole quali squadre e quali stadi potrebbero permettersi di installare quel sistema di telecamere necessario per controllare la linea di porta? Uno dei principi fondamentali dell'attività sportiva è l'universalità delle sue regole, che devono essere applicate a tutti i livelli. Nel caso del calcio mi sorprende che sia stato preso in seria considerazione il problema (statisticamente minimo) del gol fantasma quando invece sarebbe stato molto più semplice e meno costoso risolvere quello della durata delle partite, che dovrebbe essere identica anziché essere affidata al metodo empirico dei recuperi, decisi dall'arbitro secondo parametri molto elastici e non controllabili. In altre parole sono sempre più convinto che il calcio dovrebbe applicare il concetto del tempo effettivo, che del resto è in uso da molti anni in discipline meno ricche e meno organizzate del calcio. Chi si oppone all'introduzione del tempo effettivo sostiene che il calcio non può rinunciare al fascino di quelle situazioni che lasciano spazio alle discussioni ed alle polemiche. Già che sono in argomento approfitto per tornare su un altro problema che mi sta a cuore ed è quello arbitrale. Da sempre sono inutilmente favorevole al sorteggio integrale e naturalmente contrario al sistema del sorteggio per fasce ed alla designazione. Credo che 20 arbitri siano più che sufficienti per dirigere le 10 partite della serie A (in questa stagione ne sono già stati utilizzati 40) e penso che Milan-Inter sia tecnicamente più facile da dirigere di Treviso-Lecce.

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