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Curci deve ritrovare fiducia in se stesso

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Nella città in cui si è stabilito un romano autentico come Carletto Mazzone, i tifosi giallorossi sono sempre andati volentieri: per la distanza relativa, poco più di una gita fuori porta lungo la via Salaria, per le tradizioni gastronomiche della cittadina marchigiana. E ancora, anche se con i tifosi locali un grande feeling non c'è mai stato, per i buoni risultati conseguiti: con una sola sconfitta, un pesante tre a zero incassato dalla Roma nel primo anno della gestione Liedholm, contro due vittorie e undici pareggi, risultato che rappresenta quasi una costante di queste trasferte per i romanisti. L'Ascoli ha raggiunto la Serie A attraverso la finestra dei ripescaggi seguiti al bando imposto al Genoa a Perugia da vicende di illeciti, sportivi e amministrativi. Ha confermato la sua panchina soltanto formalmente doppia, Massimo Silva essendo in fondo il tutore ufficiale di Giampaolo, vero e bravissimo trainer. Adesso un'inchiesta federale sembra dover procurare qualche problema all'allenatore non patentato: perché in Italia, si sa, un Roberto Mancini e le poderose strutture societarie della Fiorentina prima e dell'Inter poi, non sono considerate paragonabili con una sana realtà della provincia. Nei confronti della Roma, qualche non ingiustificato motivo di risentimento l'Ascoli potrebbe coltivarlo: nel ricordo di quella stagione '75-'76 che gli costò la retrocessione per differenza reti con la Lazio, finita a pari punti. Nell'ultima giornata di quel torneo l'Ascoli giocava in casa della Roma e, nel finale, Stefano Pellegrini segnò il gol del pari, quello che sanciva la condanna dei bianconeri. Non lo gradirono molto, quel gol salva-Lazio, i tifosi della Roma: e le maledizioni avrebbero lasciato il segno, perché il goleador, coinvolto nello scandalo delle scommesse, sarebbe perfino finito in pesantissimi guai giudiziari. Era quella una Rometta da decimo posto, improponibile il paragone con il presente, anche se è difficile non tenere a mente il cammino di un Ascoli in grado di regalarsi spettacolo e risultati. In casa, soltanto due sconfitte, una con la Juventus, l'altra con la Fiorentina, quest'ultima però in campo neutro dopo il deprecabile episodio del razzo lanciato contro una tifosa della Samp. Per la Roma, al Riverside per la prima volta a secco di gol esterni dopo tredici partite, un impegno reso difficile non soltanto dall'ottima disposizione tattica e atletica dei rivali, ma anche dalla ormai cronica emergenza imposta dalla totale assenza di punte di ruolo. Al centro dovrebbero alternarsi stavolta Taddei e Mancini, tornerà De Rossi dopo la squalifica in Uefa, un posto per Aquilani o Dacourt. Non recupera Doni, cerca il riscatto Curci che deve soprattutto ritrovare la fiducia in se stesso: da altri, però, avvilita.

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