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di ANTONIO MAGGIORA VERGANO «SONO certo che mio padre piangerà di gioia quando mi ...

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Nell'Italia che debutta questa sera in Florida nel World Baseball Classic contro l'Australia (20 locali, 2 di mercoledì da noi), c'è un gasatissimo Mike Piazza, che non nasconde la sua voglia di fare. Proprio nella sua visita romana del 2002, il ricevitore che ha appena firmato per i San Diego Padres e disputato 12 All Star Game delle Major League, aveva promesso di giocare in maglia azzurra, se questo fosse stato possibile. Con lui tanti altri paisà: dal Blue Jay Catalanotto, al Tiger Grilli. Qualcuno ha obiettato che trovare chi parla italiano in squadra è quasi impossibile, ma d'altra parte bisogna ricordare che nessuno di questi giocatori guadagnerà cifre astronomiche. Solo un rimborso spese e nulla più. Di scuola italiana poche eccezioni e in grado di entrare sul diamante ancor meno. Forse il grossetano Riccardo De Santis riuscirà a lanciare qualche inning, ma che Liverziani o Dallospedale vadano in battuta appare molto difficile, se non a gara decisa. Nonostante la presenza di giocatori importanti nel mondo dei Pro', l'Italia viene data senza speranze di passare il turno. L'unica gara in cui parte leggermente favorita è proprio con l'Australia, ma contro Venezuela (mercoledì) e Repubblica Dominicana (giovedì), le altre squadre che compongono il Gruppo D, ci vorrebbe una sorta di miracolo. Che poi i nostri vincano il Mondiale viene quotato 500 a 1. La stessa Cuba, vincitrice dei Mondiali IBA e delle ultime Olimpiadi, non viene considerata possibile semifinalista dai bookmaker, che vedono, nei pronostici, una sola finale: Stati Uniti-Repubblica Dominicana. Difficile pensarla diversamente.

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