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Spalletti, dopo la sbornia del derby, chiede concentrazione alla Roma dei record

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Dopo tre giorni di festa, giocatori che parlano ovunque, i cori della Sud ripetuti all'infinito, su Internet, sulle suonerie dei telefonini, il tecnico (anche lui risucchiato dalla festa globale della sponda giallorossa) pensa al futuro. Domenica all'Olimpico c'è l'Inter e Spalletti non vuole che la squadra arrivi «scarica» alla partita che potrebbe portare i giallorossi a meno uno proprio dai nerazzurri. Lo fa sull'etere romano ma anche a Trigoria dove ieri è passato anche il presidente Sensi. Il numero uno giallorosso è rimasto a pranzo con la squadra (seppur decimata dalle convocazioni delle varie nazionali). Il numero uno giallorosso ha chiesto la cassetta del derby e ha tenuto a ringraziare personalmente i giocatori. Nel clan giallorosso regna l'euforia, ma Spalletti, gran conoscitore dei gruppi di lavoro, non vuole che la festa si trasformi in cali di concentrazione, in defaillance. Insomma, non vuole che a sua Roma faccia, proprio a questo punto, u passo indietro. «Ora i festeggiamenti devono finire: dopo il derby abbiamo fatto festa perché l'attesa per la gara — spiega il tecnico — e per il record era tanta ed era giusto non limitare l'entusiasmo ma ora dobbiamo concentrarci sull'Inter». L'obiettivo, nonostante l'Inter non sia irraggiungibile è la qualificazione alla Champions del prossimo anno. Spalletti ha lo sguardo fisso su questo e non sottovaluta le capacità e l'organico di chi in questo momento precede la sua squadra. «Il quarto posto ce lo possiamo giocare con la Fiorentina, ma Milan e Inter secondo me hanno possibilità superiori. Non ci sono paragoni, sono troppo più forti». Chissà quanto Spalletti sia convinto di questo o quanto affermazioni simili siano dettate dalla nota scaramanzia che ormai lo ha contagiato da quando vive nella capitale. «Il nostro gruppo è solido, c'è una grande amicizia tra i giocatori — spiega il tecnico intervenuto a Radio Radio — ma loro sono più forti. Certo, noi potremmo anche battere l'Inter ed andare ad un solo punto, però sappiamo che non possiamo vincerle tutte da qui fino alla fine della stagione. Il quarto posto però sarebbe importantissimo». Il bagno d'umiltà gli fa onore. Fa onore a un tecnico che ha rischiato moltissimo decidendo di accettare la sfida-capitolina. «Al momento della mia scelta — racconta — ho considerato tutte le insidie di una città con tante aspettative, e ho pensato che potevo usarle come una molla positiva. Ora credo che la squadra abbia ricevuto questa spinta emotiva di Roma». Già, Roma che di spinte ai suoi «romani» ne da quantità infinite. Uno su tutti De Rossi che Spalletti non evita di elogiare pubblicamente. «Non avete visto ancora nulla, Daniele è un giocatore che ha grandissimo margine di miglioramento. È bravissimo ad accompagnare la squadra quando crea l'azione. Lui è uno che arriva a fari spenti e fa male perchè non te l'aspetti». Pochi dubbi anche sul mercato che la Roma dovrà fare. Serve un attaccante? Spalletti anche qui esce vincitore e non commette gaffes e dice di avere in casa la soluzione: Vincenzo Montella. «È un grandissimo attaccante — dice convinto — deve solo trovare l'equilibrio e la tranquillità che gli è venuta meno per problemi fisici. Ma la Roma il centravanti ce l'ha ed è lui».

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