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MICHAEL Schumacher all'autodromo del Mugello per la terza giornata di test Ferrari, condizionata dal ...

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Quest'anno ci sembra di avere una buona macchina. La qualità che abbiamo concretamente messo in campo è maggiore». Intanto si è svolta la festa d'addio della Minardi. «Con la Formula 1 ho chiuso». Ma siccome 21 anni di corse qualche amico glielo hanno procurato, Giancarlo Minardi decide di festeggiare con «quelli che mi hanno voluto bene». Chiama a Castrocaro una trentina di giornalisti cui riserva una doppia sorpresa. Li mette a tavola con i due «piloti più rappresentativi» della sua epopea motoristica, Pierluigi Martini e Alessandro Nannini. E per l'evento sono pronte delle Magnum da collezione, 340 unità. Tanti quanti i Gp disputati. Ora, acquistato dalla Red Bull, il team gemello romagnolo si chiama Toro Rosso. Il suo nome passa all'Euro Formula 3000, Minardi team by GP Racing di Vergassola, nel padovano. «Il momento più bello della mia carriera? Fu quando Luca di Montezemolo, anno 1974, mi convocò. «Enzo Ferrari ti vuole incontrare». Era novembre. Ferrari apprezzava quello che facevo con i giovani piloti. Mi diede la 312 che aveva vinto il mondiale con Niki Lauda per allevare i giovani talenti». Il più brutto momento? «Ma non c'è, non porto rancore». Forse Magny Cours '95, i sigilli apposti su ricorso di Briatore? «Quello fu un brutto giorno. Ma Flavio due anni dopo mi salvò la scuderia. Come potrei volergli male?».

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