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L'Italia esalta Zoeggeler, cannibale dello slittino

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L'azzurro sorride: «Un oro più forte delle pressioni». Nelle donne delusione Antonova, fuori alla prima manche

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Lui è Armin Zoeggeler, primo oro italiano ai Giochi di Torino 2006, lei è Anastasia Antonova, russa vestita d' azzurro grazie al matrimonio con un altro di questi pazzerelli che sfrecciano a 130 km/h su un attrezzo iper-tecnologico nonostante la semplice apparenza. Una giornata vissuta agli opposti. Lui, che domenica sera aveva respinto gli assalti di un omone russo grande e «cattivo», si è trovato logicamente sulle copertine di tutti i giornali: «Che bello avere il titolo in prima pagina, sopra quello della Juventus», si era compiaciuto di prima mattina, con ancora addosso il sapore di una vittoria storica, la seconda consecutiva dopo quella di quattro anni ai Giochi dello Utah. Se lo sono coccolati in tanti, dal presidente Ciampi a Montezemolo che lo ha immediatamente invitato a Maranello. Poi, come promesso e in compagnia di una delegazione, Zoeggeler si è recato al cimitero di Villar Perosa per rendere omaggio alla cappella della famiglia Agnelli. Giornata intensa sul serio per Zoeggeler, uomo poco abituato alla mondanità che, dopo avere brindato nel salone centrale della residenza Agnelli dove lo aveva accolto John Elkann, in serata è stato premiato nella Medals Plaza di piazza Castello, in una Torino che non la smette di festeggiare e di scoprirsi ombelico del mondo. Per rendere la festa davvero completa, sarebbe servita una bella prova della Antonova, impegnata nelle prime due manche dello slittino femminile. Invece la bella Anastasia ha fatto flop: le è stata fatale la curva 17, numero maledetto una volta di più per chi crede a questo genere di cose. Addio ai sogni, addio alle speranze di lottare per una medaglia che sembrava davvero alla sua portata sulla scorta di quanto accaduto nella Coppa del Mondo di quest'anno. È andata male, stop: alla famiglia dello slittino non resta ora che sperare nel doppio di domani, quando l'equipaggio composto da Gruber e Oberstolf andrà all'assalto del podio. Il Cannibale, al secolo Armin Zoeggeler, avrà probabilmente già abbracciato i suoi due figli e cominciato a pensare alla prossima vittoria: c'è chi gli chiede di prolungare il suo regno fino a Vancouver 2010, chi gli consiglia di mollare adesso che è sul tetto del mondo. Lui non ha fretta: si guarderà dentro e capirà, con calma, se avrà ancora voglia di buttarsi giù per le piste di mezzo mondo, preparandosi in modo maniacale senza tralasciare alcun dettaglio e con il rischio che poi spunti un russo qualsiasi a rovinargli il sogno. Meglio pensarci bene. Anche se poi, quando si domina la concorrenza, diventa difficile non farsi ingolosire e voler perpetuare il momento magico. Dom. Lat.

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