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di GIANFRANCO GIUBILO SI DOVESSE realizzare un videoclip per questo campionato, la sequenza dei gol ...

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Uno più bello dell'altro, nell'esecuzione ma soprattutto nella preparazione, figlie di una condizione atletica capace di sopportare un carico straordinario di lavoro, ma soprattutto di uno stato psicologico di assoluta serenità. Eguagliando il primato di sette vittorie consecutive firmato da Fabio Capello, Luciano Spalletti ha già lasciato una firma importante nella storia della Roma. Ha creato, con tanti giocatori di valore ma anche con un organico all'osso, una compagnia teatrale capace di offrire spettacolo ovunque si esibisca. Per ora, i giallorossi si godono quello svantaggio ridotto ai minimi termini nei confronti della Fiorentina, probabilmente di nuovo in fuga dopo la gara con il Lecce, ma obbligata, stavolta, a tremare davvero. L'esigenza principale della Roma, in questo periodo così denso di impegni pesanti, rimane naturalmente l'amministrazione delle energie disponibili, che la modestia numerica dell'organico fatalmente riduce. Se ne è avuta dimostrazione già nel corso di un bel primo tempo, giocato a ritmi elevati e illuminato dall'incredibile invenzione di Totti, quel colpo di tacco volante vanificato dalla prontezza di riflessi di Guardalben. Per quasi mezz'ora, la Roma brillante degli ultimi tempi, iniziativa quasi senza contrasti, però poi si è dovuto prendere respiro, concedendo spazi a un Parma molto chiuso, ma bravo a riproporsi in avanti secondo gli schemi prediletti, che l'offensiva di avversari superiori può esaltare. Senza dimenticare, naturalmente, che al Tardini il Parma è riuscito mettere insieme diciassette punti: che la tengono in linea di galleggiamento nonostante il basso rendimento in trasferta.

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