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Strepitosa la rimonta in semifinale. Il colpomigliore è il dritto ma sorprende la grande personalità in campo

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Questo ragazzo di Cipro che era numero 54 nella classifica mondiale alla vigilia del torneo, non era certamente favorito quando è andato in campo contro David Nalbandian, il giocatore argentino che nel novembre scorso aveva vinto il Masters battendo Roger Federer. Quando Baghdatis ha perduto i primi due set sembrava che la sua avventura potesse felicemente concludersi con un piazzamento in semifinale che sarebbe comunque stato il miglior risultato della sua giovane carriera. Invece Baghdatis ha avuto la pazienza ed il coraggio di rimontare, forse Nalbandian non è stato capace di piazzare il colpo del k.o., per cui la partita si è trasformata in una gara di corsa nella quale ha finito per prevalere l'entusiasmo di un ragazzo che è stato sostenuto dal tifo un po' disordinato, non sempre corretto ma molto caloroso della colonia greca di Melbourne. Non so se il tennis ha trovato un campione, perché Baghdatis dovrà dimostrare in futuro che questo torneo non è stato soltanto un episodio fortunato, ma certamente ha trovato un personaggio perché il cipriota al di la delle qualità tecniche, tra le quali si segnala un dritto di prim'ordine, ha sicuramente una grande personalità ed una presenza in campo da grande protagonista. Il quinto set è stata caratterizzato da due strisce favorevoli la prima a Nalbandian, che ha preso un break di vantaggio, la seconda a Baghdatis che è arrivato a servire per il match sul 5 a 4. Qui sul 15 pari è arrivata la pioggia che ha provocato un'interruzione di circa mezz'ora. Alla ripresa Baghdatis si è procurato un match-point, annulato dall'argentino, ma sul secondo il giovanotto ha piazzato un ace centrale che ha chiuso l'incontro e scatenato l'entusiasmo di un pubblico che si era omai tutto schierato dalla parte dell'outsider. E' incredibile come tre tornei dello Slam, compreso questo, insistano a non voler copiare Wimbledon che ha sicuramente la programmazione tennisticamente più intelligente ed onesta, che concede — se la pioggia non fa i capricci — una giornata di intervallo tra un turno e l'altro nella seconda settimana del torneo. Succede quindi che mentre Baghdatis e Nalbandian hanno giocato ieri mentre l'altra semifinale tra Federer e Kiefer è in programma oggi, due protagoniste del singolare femmnile, Kim Clijsters ed Amelie Mauresmo, sono dovute tornare in campo un giorno dopo i loro incontri dei quarti di finale. Non credo che sia stata questa la ragione del ritiro della giocatrice belga che, dopo aver superato la nostra Schiavone, aveva neutralizzato la rinnovate ambizioni di Martina Hingis. La Clijsters, dopo aver vinto un primo set equilibrato sfruttando il quinto set point, ha subito nel secondo la maggiore solidità della Mauresmo che rischiava di meno da fondo campo ma era più puntuale e più pronta a rete. La francese era in vantaggio di un break (3 a 2 e servizio) nel terzo set quando la Clijsters si è procurata l'infortunio più comune su questi campi maledetti, una dolorosa distorsione alla caviglia. Se l'è fatta fasciare ma è bastato un punto per farle capire che in quelle condizioni non avrebbe potuto continuare. La Mauresmo torna in finale qui in Australia, sette anni dopo avervi giocato la prima grande finale della sua carriera. In quella occasione fu sconfitta da Martina Hingis, che era più giovane ma aveva già vinto quattro prove dello Slam. Anche qui la Mauresmo trova un'avversaria abbastanza simile a Martina e non solo nelle misure perché la giocatrice belga vanta anche lei quattro vittorie di prestigio, una ottenuta proprio in questo torneo due anni fa. La Henin è riuscita a neutralizzare la maggiore potenza di Maria Sharapova imponendo la maggiore varietà dei suoi colpi e la sua maggiore saggezza tattica. In vantaggio per 4 a 3, 30-0 la Henin ha perso il primo set, poi ha vinto nettamente il secondo ed ha preso un vantaggio di 5 a 2 nel terzo. La Sharapova ha provato a rimontare ma la Henin ha chiuso per 6-4 dopo due ore e 26 minuti.

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