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L'OSSERVATORIO

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Ma, soprattutto, esistono tutte le premesse per vivere un periodo di serenità assoluta, godendosi il momento felice senza tentare assiduamente di avvelenarlo con le vecchie e trite polemiche o con qualche rinnovato rancore. Difficilmente spiegabile come la dorata striscia della Roma debba essere puntualmente ricondotta al distacco da Antonio Cassano: come se tutte le incertezze dell'avvio, l'assenza di comunicazione, la poca chiarezza della società della società su problemi essenziali, perfino i ricorrenti infortuni, pesassero esclusivamente sulle spalle del barese. È innegabile che Cassano si stesse comunque allontanando dalla Roma, altrettanto che fosse molto incoraggiato a farlo da parte della dirigenza; però dopo avere sofferto guai fisici non trascurabili si era messo a disposizione, almeno sul piano tecnico, con molta buona volontà, offrendo il suo onesto contributo. Che ora venga salvata la sua partenza per Madrid come la chiave della clamorosa impennata giallorosso mi sembra nello stesso tempo ingeneroso e soprattutto riduttivo. Un generoso nei confronti del giocatore, per i motivi già illustrati ; riduttivo, invece, nei confronti dell'intero organico della squadra. Come dovere ammettere, insomma, che giocatori adulti e vaccinati, molti dei quali sorretti da solidissima esperienza in campo nazionale e internazionale, vi fossero fatti condizionare dalla presenza di un pivello fina a perdere la fuducia nelle proprie capacità, senza riuscire a rendere palese a tutti quella compattezza che affermavano di avere ritrovato. Meglio pensare, più realisticamente, che Cassano c'entri poco o nulla, che una più felice condizione fisica e psicologica costituisca realmente la base della nuova strada intrapresa. Senza dare spazi ad altri isterismi , come quelli che avevano accompagnato la vicenda del barese e che rischiano di ripetersi quando si parla del futuro di Mancini. Una normale intervista giornalistica, le stesse domande di mercato rivolte in altre occasioni a giocatori e allenatori importanti, interpretate come un attentato alla Roma, come se fossero i media a indirizzare il mercato romanista, in entrata o in uscita. Molti hanno dimenticato che fino a un mese fa Mancini era indicato come una delle risorse più immediate per far cassa; e che il tifo non sembrava dolersene più di tanto. Meglio tenere la mente bella fredda, come pretendono i prossimi impegni, fitti e pesanti. A cominciare dalla visita al Delle Alpi di giovedì, da interpretare sfuggendo alle consuete suggestioni di vendetta che intervengono ogni qual volta si parla di Juve. Spalletti, ancora senza Totti, farà ragionevole turnover, a due giorni dallo scontro con il Livorno. E nessuno avrà il diritto di gridare allo scandalo.

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