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«Basta notturne o sarà scontro»

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Lo pensano i calciatori che dicono «basta» alle notturne invernali con il ghiaccio al posto dell'erba e temperature polari, convinti che, alla fine, anche la tv non possa che giovarsi di uno spettacolo migliore. L'Aic, riunito il suo Consiglio direttivo a Milano in coincidenza con l'assegnazione degli oscar del calcio, scende in lotta per migliorare il calcio e getta sul tappeto una «richiesta irrinunciabile»: bloccare le notturne da metà dicembre a metà febbraio, pronta peraltro a discutere di riforma dei calendari senza scartare l'ipotesi di un campionato che magari cominci qualche settimana prima o finisca dopo. Lo ha spiegato il presidente al termine della riunione del direttivo (con Campana c'erano Damiano Tommasi, Rino Gattuso, Demetrio Albertini e Fabio Pecchia), spiegando che la richiesta va insieme ad un allungamento già dalla prossima stagione della pausa natalizia che potrebbe ampliarsi dal 23 dicembre ad una ripresa delle gare il 13 gennaio. «Un periodo — ha spiegato Campana — che consentirebbe anche una ripresa migliore e più graduale degli allenamenti». Una guerra, quella al generale inverno, alla quale i giocatori si dicono costretti. «Le norme che prescrivono campi riscaldati e in ordine anche d'inverno, così come la possibilità di avere stadi più confortevoli per il pubblico, ci sarebbero. Ma l'Italia è il paese della deroga e quindi siamo costretti ad alzare la voce, convinti comunque che l'argomento degli interessi televisivi sia un argomento superabile». Una richiesta per la quale Campana ha ricevuto un mandato immediato a trattare con la Lega. Una lotta che se non avesse riscontri porterebbe allo scontro. «Sciopero? Non lo so chiamatelo come vi pare - afferma Campana - credo che se i giocatori non vogliono giocare di notte col gelo, non giocano». Notturne per la tv sono un argomento che incrocia la più generale vertenza in atto nel calcio per i diritti televisivi. Venerdì in Lega il faccia a faccia tra le grandi e le medio piccole, mentre sullo sfondo incombe il commissariamento della Lega. «Non abbiamo motivo — prevede Campana — per particolari ottimismi, anche se non possiamo neanche escludere soluzioni positive».

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