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Ancora una «tegola» e stavolta il toscano ha poco da inventare

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Le vittorie a raffica, e mettiamoci per buon peso anche quella insignificante in Coppa Italia, tanti consensi per i risultati, ma anche per il bel gioco espresso e per gli atteggiamenti mentali. Il pericolo più vistoso da scongiurare era relativo a una possibile indisponibilità di Francesco Totti: non soltanto l'insostituibile leader della squadra, il produttore dei lampi geniali e adesso anche della traduzione in cifre della manovra, ma in effetti il solo attaccante di ruolo sul quale Spalletti potesse fare affidamento, dopo la rinuncia a Montella e Nonda. I timori, materializzatisi dopo la botta alla caviglia procurata dal vecchio amico Lanzaro, avevano lasciato il posto a labili speranze: svanite al momento dell'imbarco per Udine, il capitano fuori dalla lista dei partenti e non penso c'entri nulla la prospettiva dell'imminente trasferta al Delle Alpi per la Coppa Italia. Dunque l'ennesima improvvisazione, anche se stavolta c'è ben poco da inventare: dovrebbe essere Mancini il punto di riferimento più avanzato in attacco, poco ipotizzabile un ritorno alle origini per Daniele De Rossi, nato attaccante ma centrocampista all'esame di laurea, cioè al reclutamento nel calcio di primo livello. Logicamente Spalleti dovrà modificare anche le indicazioni tattiche che erano state felicemente seguite nelle ultime partite, confidando soprattutto nel mantenimento di un alto livello di attenzione da parte di tutti, pur non dover soffrire una delusione di fronte a un tifo che lo aveva amato e osannato prima del «tradimento» del passaggio alla Roma, malamente digerito. Di fronte alla squadra che aveva portato a una storica qualificazione in Champions League, il tecnico giallorosso non può neanche dimenticare le sconfitta dell'andata, dopo che il vittorioso esordio in trasferta aveva suscitato grandi speranze in un avvenire ben al di sopra della mediocrità. Ma il compito sarà tutt'altro che facile, perché anche l'Udinese ha una classifica deficitaria rispetto alle ambizioni di partenza e ce la metterà tutta per cancellare tanti episodi che lo avevano visto in credito con la fortuna, umori arbitrali compresi. Problemi di organico anche per Serse Cosmi, che alla panchina romanista era stato vicino, in estate: partito Di Michele, fuori Iaquinta, Obodo e Muntari tra infortuni e contributi alla Coppa d'Africa. Dunque formaziomi rimaneggiate, anche se numericamente l'organico dei friulani e più sontuoso di quello romanista, ridotto all'osso. C'è da sperare che i comuni problemi non condizionino gli atteggiamenti, così da garantire quello spettacolo che le propensioni delle due rivali sembrano promettere.

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