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La contestazione può danneggiare la squadra

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Personaggi speculari, fautori dei tetti salariali e col sogno nel cassetto di uno stadio tutto loro, con centri commerciali e ristoranti e un business di stampo britannico. Forse vorrebbero emulare lo stile del Manchester United, o qualcosa di molto meno non facendo mai il passo più lungo della gamba. Desideri contestati dagli ultrà fino a questo momento, con squarci particolarmente oltraggiosi nei confronti del primo dirigente biancoceleste, abbastanza amareggiato dopo gli insulti ricevuti a mercoledì scorso a Messina. Ma oggi si volta pagina, quasi risultasse urgente la necessità di raddolcire l'ambiente laziale con una prestazione vincente ai danni di chi non raccoglie l'intera posta fuori casa in campionato dal 28 novembre 2004. E a subire quel lontano exploit dentro l'Olimpico fu proprio la Lazio di Mimmo Caso, con reti di Zola, Esposito e Langella. Da allora gli assalti esterni dei sardi, che nel frattempo hanno cambiato per cinque volte l'allenatore (Arrigoni, Tesser, Arrigoni, Ballardini e Sonetti) sono stati infruttuosi. E la tendenza negativa s'è rafforzata nel girone d'andata appena scavalcato, dove Parma e Cagliari sono le uniche squadre ancora senza successi esterni, e i rossoblu hanno ottenuto solo un punto a Palermo. Pure i più pessimisti si rendono conto d'andare verso un appuntamento che dovrebbe consentire l'aggancio di quota 32, un po' per la legge dell'Olimpico (21 punti su 27) un po' per l'inconsistenza degli avversari di circostanza nonostante gli aggiustamenti innegabili apportati da Sonetti sull'organico ereditato. Tutto teoricamente logico, salvo non sottovalutare l'imprevedibilità del football e la scarsa concretezza che negli ultimi periodi caratterizza Rocchi e gli altri. Tuttavia Delio Rossi, accumulato il quinto risultato utile consecutivo, non ammette distrazioni per valorizzare appieno la ghiotta occasione, prima di aggiungere il rinforzo Mauri alla truppa sempre in emergenza e soprattutto ancora senza soluzioni ottimali sulle corsie esterne. Così, aspettando anche Behrami, prevale l'incombenza d'arginare l'ottimo Suazo, già protagonista del fortunato turno infrasettimanale ai danni del Siena e vittima dello scippo sopportato a San Siro davanti all'Inter causa l'arbitro Dattilo. Suazo è l'unico del tridente delle meraviglie dello scorso anno che ha confermato la proprio bravura, mentre l'affievolito Esposito ha segnato appena due reti e Langella, ex spauracchio dei laziali, è come se fosse impigliato in una inaspettata crisi professionale che lo ha tolto dal centro delle attenzioni di Formello. Non resta che monitorare il versante laziale o, per meglio dire, la solita emergenza, con l'elenco dei non disponibili allungato dallo squalificato Manfredini, mentre Rocchi è alla furiosa ricerca della più rassicurante condizione psicofisica dopo troppe finalizzazioni imprecise sparpagliate specialmente in trasferta. Ecco, Delio Rossi torna a prefigurare spettacolo e divertimento, senza dare retta a chi sostiene che non si possono celebrare a lungo le nozze con i fichi secchi. Intanto lui, il tecnico di Rimini, oltre a gestire lo spinoso caso del portiere Sereni con indubbia destrezza, sta galvanizzando Tare, Pandev e Keller (ottimo in Sicilia), diventati riferimenti indispensabili dopo una lunga attesa nel retrobottega. Sì, nella Lazio gli avvicendamenti proseguono e arriva il momento in cui chiunque ha l'opportunità di mettersi in mostra. Sotto a chi tocca, con buona pace di quei tifosi di curva nord che sciopereranno nel primo tempo lasciando vuoti gli spalti. E così sia.

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