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Collina: mi manca il fischietto

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Ma dopo tanti anni è giusto che sia così. Sto però scoprendo cose che non avevo fatto negli ultimi 28 anni e sono cose piacevoli». Così Pierluigi Collina ha parlato del momento che sta vivendo, intervistato dal direttore del Tg1 Clemente Mimun, nella sua prima apparizione televisiva dopo l'abbandono dell'attività arbitrale che andrà in onda stasera per «dopotg1». Alla sua famiglia Collina dice grazie perché per lui «ha sempre voluto dire tantissimo», ma anche scusa «per il tempo che ho sottratto loro e che ora voglio recuperare». L'ex arbitro internazionale parla anche dei prossimi mondiali di Germania: «da italiano e da tifoso penso che la nostra nazionale possa arrivare tra le prime tre. Sarebbe bellissimo festeggiare come nel 1982». Sui problemi del calcio italiano, Collina si dice ottimista: «Il nostro è un bel campionato, molto visto nel mondo, e questo è sinonimo di grande qualità. Viviamo problemi simili a quelli di diversi altri paesi, ma non mi lamenterei». Infiltrazioni politiche ed episodi di razzismo sono «non solo del calcio, ma della vita di ogni giorno. Il razzismo - aggiunge Collina - è una grande questione. Le persone devono avere la stessa dignità, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione e dalla nazionalità. Va fatto di tutto per risolvere il problema». Il fischietto più famoso d'Italia, al momento dell'addio, aveva scatenato molte polemiche per aver sottolineato la sua fede sportiva, cioè di essere tifoso della Lazio. Collina arbitrò il Perugia-Juve finito 1-0 nel giorno del secondo scudetto biancoceleste.

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