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«Le prodezze più belle quelle col River Plate in Intercontinentale e contro la Fiorentina in campionato»

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Anche perché ritenevo già una fortuna poter giocare nella Juve a 18-19 anni: quello per me era già il massimo. Ai gol non pensavo più di tanto: erano un mezzo per far vincere la squadra, non un fine da raggiungere a tutti i costi per soddisfazione personale». Pian piano, però, si è avvicinato a questa montagna dei 182 gol segnati da Boniperti: che sensazione le dava questo cammino? «Inizialmente era un traguardo troppo lontano, quindi non ci pensavo proprio. Ammetto però che, negli ultimi tempi, si sia trattato di un pensiero ricorrente: tutti me lo ricordavano, alla fine ci tenevo parecchio anche io». Pensa di essere entrato nella storia del calcio? «Beh, forse sì: non fosse altro perché c'era un record da battere e io l'ho fatto. La grandezza di un giocatore non si misura però solo con i gol, ma da quello che rappresenta per una società. Nella classifica cannonieri della Juventus ci sono giocatori che hanno segnato parecchio meno di me ma che hanno segnato un'epoca lasciando un segnale indelebile». Che sensazione ha provato quando ha visto la palla in rete? «Mi sono sentito un po' spaesato, era una sensazione da assaporare così come si sarebbe presentata: a me piace essere spontaneo, non programmare esultanze né stati d'animo. Ho provato enorme soddisfazione e orgoglio, ma so bene che certe cose si gustano maggiormente a distanza di qualche giorno». Per una volta, magari si è augurato di essere sostituito per ricevere la standing ovation dal pubblico. «Avrei anche potuto chiedere il cambio, se lo avessi davvero voluto: ma non sono il tipo». Ha una dedica particolare da fare? «Tutti sanno che sono molto legato alla mia famiglia e ai miei vecchi amici: condividerò questa gioia con loro e con i miei compagni». Come minimo, questi 185 gol rappresentano una tappa importante della sua carriera: come si immagina il futuro? «Sto bene. Sono abbastanza soddisfatto di quello che succedendo e credo di essere a un buon punto della mia carriera: nel senso che guardo ancora avanti e spero di togliermi tante altre soddisfazioni. Credo che il giro sia ancora lungo per me». Magari raggiungendo presto quota 200 gol: non gioca troppo poco per raggiungerli già in questa stagione? «Se ogni volta che scendo in campo faccio tripletta, posso anche farcela». I tre gol segnati alla Fiorentina sono anche un bel messaggio per Lippi in vista dei Mondiali «Credo di sì. Ho sentito che in questi giorni il mister non si è sbilanciato sul conto di nessuno: giusto così, manca ancora tanto tempo ed è normale che tutti provino a dare il meglio di sé». Di queste 185 reti, quali sono quelle che le sono rimaste più dentro? «Difficile dirlo. Ma a due sono particolarmente legato: quello nella finale della Coppa Intercontinentale, perché suggellava un percorso perfetto che ci aveva visto vincere campionato e Champions League, e quello contro la Fiorentina a inizio carriera. Un gol spettacolare e insieme importante».

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